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Giudiziaria

Lottizzazione abusiva, due condanne per il caso ex Avir

La sentenza nel processo del vecchio sito industriale di Serapo. Condannati a sei mesi di reclusione e 24mila euro di multa ciascuno i proprietari delle società che acquistarono l’area

Si è chiuso con due condanne a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e 24mila euro di multa per ciascuno degli imputati il lungo processo per la lottizzazione abusiva nell’area dell’ex vetreria di Gaeta. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dal giudice monocratico Laura Morselli a 13 anni dal sequestro operato dal Nipaf dei Carabinieri. A novembre scorso c’era stata la requisitoria del pubblico ministero, rappresentato dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Miliano, che aveva chiesto di una pena molto più elevata, ossia un anno e quattro mesi di reclusione per ciascuno dei due imputati. Si tratta degli amministratori delle società edili che erano proprietarie dell’ex vetreria Avir di Gaeta, Nicola Martino della «Gaim srl» e Raffaele Di Tella della «Di Tella srl».
Ad entrambi veniva contestato il concorso in lottizzazione abusiva. Il legale di Martino e Di Tella, l'avvocato Luca Scipione, aveva contestato la ricostruzione della Procura e sostenuto che il frazionamento dei lotti dell'ex sito industriale di Serapo non aveva mai provocato alcun aumento di volumetrie, di qui l’inesistenza della lottizzazione.
Va detto che Di Tella e Martino erano gli ultimi due imputati di un gruppone di 27. Gli altri nel 2021 hanno accettato di beneficiare della prescrizione. In origine l’inchiesta aveva coinvolto ex amministratori, tecnici, notai, commercialisti e imprenditori. Il progetto per la riqualificazione dell’area dell’ex Avir di Gaeta, valeva oltre cinquanta milioni di euro. Le certificazioni che ne attestavano la validità, secondo gli inquirenti erano irregolari, tanto che nel luglio 2011, e poi nel successivo dicembre, l’intera ex fabbrica fu sequestrata su disposizione della Procura. Secondo le indagini, tra il 2008 e il 2009, otto notai avevano già perfezionato gli atti di compravendita dei lotti, realizzando sulla carta ventidue unità immobiliari. Il processo penale ha fatto emergere plurime smagliature, ma la verità è che non si è arrivati a tratteggiare a tutto tondo la contestata lottizzazione abusiva. Inoltre anche il Comune di Gaeta nel 2012 avviò l’acquisizione dell’area, come prevede la legge. Avverso le delibere dell’amministrazione, fecero ricorso i proprietari dei lotti e in primo grado il Tar accolse le eccezioni di legittimità annullando il provvedimento di confisca emesso dal Comune. In secondo grado, invece, il Consiglio di Stato avallò l’operato dell’amministrazione. Arrivando così nel 2018. Dopo la notifica il consiglio comunale avviò l’iter di approvazione della variante Avir all’interno della quale è prevista una trasformazione in spazio pubblico per fini socio-culturali, anziché un complesso di abitazioni private. Idea che si concretizza agli inizi di settembre 2019, con l’approvazione del progetto di riqualificazione. Ma anche su quello è in atto un ulteriore procedimento inerente la genuinità degli atti prodotti e depositati. Il procedimento si è incardinato proprio sulla base degli atti forniti dal Comune davanti alla Giustizia amministrativa e la prossima udienza è fissata per il 24 giugno.

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