Cronaca
02.04.2025 - 07:30
Una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per Patrizio Forniti, il latitante considerato il boss di un sodalizio criminale di stampo mafioso che avrebbe imposto il proprio dominio sul traffico di droga in città, su altre attività criminali e che avrebbe anche, tramite alcuni imprenditori, dialogato con pezzi della politica apriliana. Sfuggito all’arresto con la compagna, della sua famiglia venne tratta in arresto, nell’ambito dell’operazione “Assedio” coordinata dalla Dda di Roma, una delle sue figlie. Oggi una nuova inchiesta vede tra i destinatari delle ordinanze di custodia in carcere proprio il Forniti e, con lui, anche un altro giovane legato all’altra figlia che invece è stato ristretto ai domiciliari.
L’operazione “Twistlock”
Sono due le organizzazioni criminali specializzate nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti portate alla luce dalle indagini coordinate dalla Dda di Brescia ed effettuate dalla Squadra Mobile e dallo Sco. Entrambe avevano a disposizioni armi e gestivano gli affari usando comunicazioni criptate. La Dda ha chiesto e ottenuto 45 misure cautelari: 30 in carcere, 12 ai domiciliari e 3 di obbligo di dimora; eseguite anche numerose perquisizioni nei confronti di cittadini italiani, albanesi e nordafricani residenti nelle province di Brescia, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Palermo, Roma, Milano, Foggia, Cosenza, Ragusa, Trapani, Mantova, Cremona, Pavia, Chieti, Bolzano e Biella.
Nell’elenco anche Patrizio Forniti, latitante (ufficialmente residente ad Anzio), che si sospetta abbia trovato rifugio e protezione nel nord Africa o più probabilmente in Spagna e il 24enne Matteo Aitoro di Aprilia. Gli indagati - riferiscono dalla Questura - sono accusati di traffico internazionale di sostanze stupefacenti provenienti dal Sudamerica, dal Nordafrica e dall’Olanda.
I due gruppi
Il primo gruppo criminale in provincia di Brescia gestiva un traffico internazionale di droga importando cocaina dalla Colombia con la complicità di un contatto locale legato al potente “clan del Golfo”, organizzazione criminale colombiana. L’hashish arrivava invece dal Marocco, transitando per la Spagna, dove uno dei latitanti ricercati aveva trovato rifugio.
Il secondo gruppo criminale aveva legami familiari con le potenti famiglie di ’Ndrangheta Nirta e Strangio di San Luca, oltre a collaboratori albanesi. Avevano stabilito il loro quartier generale a Gussago, in provincia di Brescia, trasformandolo in un centro di stoccaggio per la droga proveniente dall’estero, destinata alla distribuzione in tutto il Paese.
La droga
Nel corso delle indagini, avviate nel 2022 e che hanno riguardato complessivamente 87 indagati, sono stati arrestati in flagranza di reato 19 persone e sono stati sequestrati circa 135 chili di cocaina, 90 chili di hashish e 3 chili di marijuana nonché 2 pistole del tipo revolver calibro 45 con matricola abrasa. Nel complesso è stato contestato il traffico di circa 2mila chili di cocaina, 1.500 chili di hashish e 700 chili di marijuana.
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