Cerca

Un ricatto per il cantiere

L’impresa edile forza la mano e sbarra la via d’accesso ai vicini

Un cancello blocca strada Salvemini, riaperto dalla Polizia per consentire i soccorsi

Non ha ancora ottenuto il permesso di costruire, anzi la pratica al vaglio dell’ufficio tecnico comunale è letteralmente in alto mare, ma intanto ieri mattina l’impresa edile che intende realizzare un complesso residenziale all’angolo tra via Salvemini e via Chiesuola ha chiuso con catena e lucchetto il cancello installato per impedire ai residenti del vicino complesso di accedere direttamente da via Chiesuola.

Una vera e propria forzatura, ai limiti del lecito, che rappresenta una gravissima violazione dei diritti acquisiti dai condomini degli edifici confinanti e costituisce chiaramente un vero e proprio ricatto per costringere il Comune ad accelerare la risoluzione del caso. Ma se la meticolosa opera di analisi dei tecnici del Servizio Edilizia Privata non si lascia condizionare da certe strategie, queste hanno creato seri problemi alle famiglie tenute in ostaggio da quel cancello, tant’è vero che ieri hanno dovuto chiedere l’intervento della Polizia, ottenendo l’apertura forzosa dello sbarramento per consentire l’intervento dei soccorritori, visto che uno dei residenti, affetto da patologie cardiache, ha accusato un malore manifestando il proprio dissenso per la chiusura della strada: sono stati i vigili del fuoco a tagliare il lucchetto, consentendo l’intervento di un’ambulanza.

La vicenda è grottesca perché l’impresa edile che vuole edificare le villette e blocca l’accesso di via Salvemini è la stessa che ha realizzato, anni fa, il complesso adiacente. Quindi il costruttore sa bene che al momento di vendere quelle abitazioni aveva concesso agli acquirenti il diritto di accedere tramite il passaggio da via Chiesuola. Perché l’altro tratto di via Salvemini, quello che sfocia su via Acque Alte, quindi sul versante di Borgo Piave che affaccia verso Borgo Podgora, è altrettanto privato e prevede l’utilizzo esclusivo di altri residenti.

Il costruttore ha adottato la chiusura dell’accesso di via Salvemini perché sostiene che il ponte utilizzato attualmente come passo carrabile rientra nella sua proprietà, quella relativa al lotto sul quale intende realizzare i nuovi edifici, e le residenze edificate in passato dovrebbero dotarsi di un nuovo attraversamento del canale. Dietro a questa teoria però si nasconde una delle questioni che rallentano la pratica di rilascio del permesso di costruire. L’impresa edile infatti, presentando il progetto di realizzazione delle villette, ha chiesto di realizzare una serie di opere di urbanizzazione primaria per compensare, ovvero evitare, il pagamento diretto degli oneri.

E tra queste opere ci sarebbe proprio il nuovo ponte. Fatto sta che l’ufficio tecnico comunale del Servizio Edilizia Privata dovrà prima verificare che i conteggi sugli oneri siano corretti, mentre il Servizio Lavori pubblici dovrà successivamente verificare che le opere compensative siano adeguate, ovvero che il loro valore rispetta le stime del progettista. Ma intanto il progetto è stato rimandato indietro perché conteneva una serie di errori, ossia a margine di una prima valutazione da parte dell’ufficio tecnico è risultato difforme alle norme urbanistiche. E per quanto possiamo saperne l’impresa edile non ha ancora proceduto al deposito di un nuovo progetto corretto. Insomma, non è prevista l’apertura del cantiere in tempi brevi, quindi non c’era alcuna ragione che il costruttore chiudesse l’accesso di via Salvemini.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione