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Il caso

Aprilia non è più una città per lo sport

Lo stadio inagibile fino al 2027, il rugby sfrattato, il pallone tensostatico nel degrado dopo la revoca. Dopo anni di immobilismo si fanno i conti, ma a perdere è il movimento sportivo giovanile

Nessuno sconto, nessun “favore”, nessuna decisione politica che potrebbe mettere avanti l’interesse di una parte della comunità. Se non paghi, se sei moroso, non c’è ragionamento che tenga, devi lasciare le strutture pubbliche. Sembra essere questo il trend scelto dalla gestione commissariale chiamata a guidare Aprilia dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, nel campo delle strutture sportive. Due al momento, quelle per cui sono scattate le prime richieste di rilasciare gli immobili. Una prima richiesta alla società che si allenava alla tensostruttura di via Pergolesi - decisione giunta sotto la passata gestione commissariale -, l’altra alla società che usa il campo sportivo in zona industriale per il rugby.  A questo si deve aggiungere che l’altro impianto più importante della città, lo stadio Quinto Ricci, si porta dietro una serie di carenze mai realmente risolte e oggetto di una serie di interventi ancora da ultimare. Come se non bastasse non è nemmeno chiaro se e quando potrà ottenere il parere favorevole sull’agibilità. Di certo non avverrà nei prossimi dodici mesi, si dovrà attendere quanto meno il 2027. E poi c’è la questione del palazzetto...
Nessuno ha mai preteso i canoni
Sembra questo il quadro “scoperto” dalle due commissioni prefettizie chiamate negli ultimi due anni a guidare il Comune: le ultime amministrazioni non avrebbero mai preteso il dovuto da alcune società sportive che usavano e usufruivano di alcune strutture pubbliche. Alcune non avrebbero nemmeno provveduto alla voltura delle utenze.  La tensostruttura di via Pergolesi tra l’altro, era usata non solo dalla società di Volley, ma anche dagli studenti della vicina scuola Gramsci per le lezioni di ginnastica e altre attività fisiche e alla ripresa delle lezioni si dovrà capire cosa succederà. Dopo la revoca dell’affidamento, da qualche mese, resta in uno stato di degrado avanzante, e potrebbe riportare danni importanti da mancata manutenzione. La società non avrebbe pagato addirittura dal 2019. Viene da chiedersi perché in Comune si sia accettata una situazione del genere e perché non si sia fatto nulla arrivando a far lievitare il credito addirittura fino a circa 40 mila euro. Anche il “pallone” come lo stadio Ricci che è oggetto di lavori di sistemazione, non avrebbe il certificato di agibilità da parte dei vigili del fuoco, chi dovrebbe garantire o avrebbe dovuto garantire il rispetto degli standard?
L’ultimo caso in ordine di tempo  è quello del campo da rugby in zona industriale. Qui lo scontro è piuttosto duro con il Comune che lamenta il mancato pagamento dei canoni, la società che replica di aver ottenuto un atto dal Comune che cedeva in uso gratuito la struttura, di avere comunque quanto meno un debito della metà di quanto vantato dall’Ente perché l’accordo era che avrebbero pagato la metà in attesa dell’adeguamento, ma rilancia pure affermando di essere in credito per una serie di interventi di miglioramento effettuati a proprie spese. Solo  l’inerbimento del campo e la dotazione di un impianto di irrigazione, porterebbero la società a vantare un credito di circa 30.000 euro. Agli uffici comunale spetterà valutare se tali crediti siano esigibili o meno.
Resta quindi una situazione piuttosto difficile con alcune delle più importanti strutture chiuse al pubblico. Poi c’è il caso Palazzetto, un impianto da circa 4 milioni e mezzo realizzato da una società privata come compensazione per le palazzine che ha realizzato e che sebbene ultimato da mesi, sebbene abbia ottenuto anche tutti i certificati, resta inutilizzato. Niente bando, niente affidamento. Sono quasi due anni. Il commissario prefettizio Paolo D’Attilio - che guidava la prima gestione commissariale dopo l’arresto del sindaco e le dimissioni di consiglieri e assessori - aveva annunciato che quello dell’affidamento della struttura lo considerava uno dei passi più importanti: «Vogliamo darlo in gestione – aveva annunciato  – servirà un bando pubblico che verrà redatto nelle prossime settimane». Ci si stava preparando alla stesura del bando, poi però non si è saputo più nulla e anche la gestione di quella squadra di commissari è terminata. Ora la città attende.

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