Impianti sportivi
09.09.2025 - 13:15
Ad Aprilia non si placa la polemica rispetto all’addio al campo di via delle Valli del Centro Sportivo Primavera, un addio per scadenza del contratto che è stato tra i motivi (ma non l’unico) alla rinuncia del titolo sportivo e all’iscrizione nel campionato d'Eccellenza. Nelle scorse settimane il parroco della chiesa di San Michele Arcangelo (proprietaria della struttura) e la Diocesi di Albano hanno spiegato che il rilascio era inizialmente previsto per la primavera 2024. «La società avrebbe avuto tutto il tempo di organizzarsi senza far ricadere sulla parrocchia la responsabilità dell’attuale mancanza di strutture - ha detto Don Franco Marando - mentre perciò che attiene alla dichiarata donazione del campo in favore della parrocchia, la stessa non ci risulta documentata tant’è che, in base alle informazioni in nostro possesso, l’opera venne realizzata da Don Antonio Muraro, allora parrocco, con la collaborazione dei parrocchiani».
Parole che hanno suscitato la risposta dei dirigenti del C.S. Primavera, che hanno deciso di raccontare la propria versione. «In primo luogo va precisato che il primo contratto che ci venne sottoposto nel 2023 era nullo perché i contratti commerciali non possono avere una durata di 8 mesi ma devono essere di almeno sei anni. Ma noi, da buoni parrocchiani, abbiamo deciso di rifare un nuovo contratto - affermano i dirigenti - mentre se avessimo mantenuto quell’accordo saremmo ancora nell’impianto». Il club inoltre interviene per spiegare i motivi per i quali non ha acquistato la struttura di via delle Valli. «Avevamo avanzato un’offerta per comprare il campo tramite l’affitto con riscatto per una cifra di 120 mila euro che prevedeva un pagamento di 20 mila euro per 6 anni. Ma ci sono state chieste delle fideiussioni a garanzia, ciò avrebbe voluto dire mettere il doppio dell’importo a copertura ma il rent to buy già rappresenta una garanzia. Con questa formula se non avessimo pagato avrebbero potuto riprendersi il campo, tenendosi i soldi versati. Per la vendita poi esiste un altro problema perché a livello catastale il campo fa parte di un complesso sportivo, non è vendibile separatamente se non con una variante. Senza contare che nell’impianto ci sono strutture non completamente regolari, che le tribune del campo non sono agibili e manca l’omologazione e la staticità delle tribune».
Ma soprattutto i dirigenti sottolineano come circa 20 anni fa venne presentata una proposta di donazione del campo da parte di Rodolfo Ciccone, all’epoca presidente del Centro Sportivo Primavera. Una famiglia ancora oggi presente nella compagine societaria con il figlio Luigi. «Il manto in erba sintetica, allora una novità assoluta, venne realizzato dal club e nel 2006 l’allora presidente Ciccone presentò una proposta per donare quel campo, del valore di 110mila euro, alla parrocchia San Michele Arcangelo. Ci auguriamo - commentano - che quella proposta sia stata registrata con atto notarile. Senza contare che il campo si chiama Ci.Ma. che è l’acronimo di Ciccone e Don Muraro Antonio, segno inequivocabile del rapporto che lega queste due figure alla struttura». Infine la società spiega come la rinuncia all’iscrizione sia dovuta una serie di fattori. «Abbiamo cercato una fusione con altri club - concludono - ma alla fine non è stato trovato l’accordo».
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