Il caso
18.10.2025 - 10:30
«Dobbiamo collaborare per forza. E per il bene dell’opera di restauro del carcere di Santo Stefano». E’ questo il senso della lunga lettera del Commissario straordinario Giovanni Macioce al sindaco Carmine Caputo e ai consiglieri perché ormai tra loro c’è il gelo e per portare avanti il progetto la «collaborazione è indispensabile».
«Gentile Sindaco Caputo e gentili consiglieri, confermo il mio desiderio di incontrarvi, possibilmente, anche con una rappresentanza della cittadinanza. Lo scopo di tale incontro è quello di informare tutti i più diretti interessati sullo stato del CIS Ventotene e Santo Stefano e sugli sviluppi prossimi dello stesso. Accolgo volentieri l’invito del Sindaco a produrre una relazione sugli argomenti che ho in programma di trattare in tale Consiglio affinché tutti voi siate edotti preventivamente e possiate intervenire conoscendo tutte le informazioni», scrive il commissario.
L’elenco delle informazioni è molto lungo. Si va dal «documento sul Percorso espositivo-museale presentato, il 6 ottobre 2022 presso la sede del Ministero della Cultura, da Laura Moro, Direttore Generale Digital Library del MiC, nel quale si sono delineati i contenuti e la modalità di fruizione dell’esperienza che i visitatori potranno vivere nell’isola di Santo Stefano», all’esito del «collaudo dei lavori di allestimento fatto dai tecnici di Invitalia», con una giornata di stress test che si è già tenuta «al fine di verificare praticamente l’impatto con un flusso di visitatori che è stato simulato da cittadini di Ventotene».
La lettera si sofferma sullo stato dell’approdo della Marinella, tassello necessario per raggiungere il carcere. «Per quanto riguarda lo stato attuale dell’approdo, ad oggi, è quella del 2017 anno nel quale fu firmato il CIS. - scrive Macioce - Tale stato del luogo non ha impedito, come è noto, nel corso di questi anni le visite all’ex carcere gestite dall’Area Marina Protetta. Dall’avvio del cantiere per la messa in sicurezza si è proceduto, da parte di Invitalia, alla predisposizione di una procedura di sicurezza, condivisa con l’amministrazione comunale e concordata con le imprese esecutrici, per consentire ai visitatori la visita, se pur parziale, all’ex carcere borbonico anche durante l’esecuzione dei lavori, garantendo in questo modo l’obbligo in capo al Comune di apertura al pubblico dell’ex carcere».
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