[FOTO] Le Grotte di Nerone si stanno sgretolando: allarme ad Anzio
11.03.2017 - 10:28
In questi primi giorni di marzo, caratterizzati da forte vento e mareggiate piuttosto violenti, è di nuovo tornata d'attualità la paura di perdere un patrimonio archeologico di inestimabile valore: le “Grotte di Nerone”, ossia i resti archeologici dell'antico porto realizzato ad Anzio dall'imperatore nato proprio nelle terre a sud di Roma.
Tante, infatti, sono le parti del sito archeologico che sono crollate - più o meno recentemente -, ma è anche pericolosa l'esposizione incontrollata al mare, con il molo in cemento armato (peraltro incompleto) che sembra proteggere, neanche troppo efficacemente, solo una parte dell'area romana.
Poca sabbia, tanti «sassi»
La cosa che, nel bel mezzo della mareggiata dello scorso 7 marzo, balzava agli occhi di chi è riuscito ad affacciarsi dal belvedere del Turcotto, era la presenza di diversi punti dei ruderi romani staccatisi dal resto dei muretti, spesso finendo in mezzo all'acqua. In più, non mancavano decine - forse centinaia - di sassi, accatastati l'uno sopra all'altro, presumibilmente recuperati dalla sabbia dopo che il corso del tempo - ma soprattutto le intemperie e l'erosione - ne avevano causato il distacco.
Inoltre, avvicinandosi allo slargo dove troneggia la statua di Nerone, non si può non notare, guardando verso il faro, un pezzo della struttura che rischia di cadere verso la spiaggia: un'eventualità, questa, che occorre scongiurare, per evitare danni ancora peggiori.
Quel mare che «mangia» tutto
I danni maggiori, oltre agli uomini che abbandonano rifiuti oppure si appropriano di quale “selcio” per il solo gusto di avere un pezzo di porto neroniano in casa, sono causati dal mare. La sua azione erosiva, giorno dopo giorno, mette a repentaglio l'esistenza degli antichi magazzini dell'approdo che Nerone volle costruire accanto alla sua maestosa villa.
Poco, infatti, sta facendo il molo - peraltro in cemento armato, incompleto e decisamente brutto alla vista - che l'Ardis (l'Agenzia regionale per la difesa del suolo) stava realizzando proprio davanti alla statua dell'imperatore, rimasto costruito solo in parte dopo la revoca dell'appalto alla ditta che ne stava curando la costruzione.
Probabilmente, sarebbe utile completare quello che, oggi, appare più come un'ecomostro - vista la colata di cemento in mezzo al mare e a ridosso di un sito archeologico di valore inestimabile - che come un'opera a difesa della costa e della storia.
In più, servirebbero anche misure di protezione ulteriori, al fine di evitare che le Grotte di Nerone possano disgregarsi sempre più facilmente.
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