Il riconoscimento
11.11.2025 - 15:00
La dodicesima edizione del Premio Comel Vanna Migliorin ha rappresentato per Maria Gabriella e Adriano Mazzola un momento davvero speciale. Non era mai accaduto che quasi tutti i finalisti del concorso - dieci su tredici - fossero presenti alla cerimonia conclusiva, avvenuta sabato scorso nello Spazio Comel di via Neghelli a Latina. Artisti provenienti da ogni parte di Europa a dimostrazione essenzialmente di due cose. La prima: l’alluminio è diventato un protagonista della ricerca artistica contemporanea grazie alle molteplici possibilità e opportunità che offre, come hanno sottolineato i due galleristi visibilmente emozionati mentre accoglievano il folto pubblico accorso all’evento.
La seconda: il Premio Comel si è trasformato in un appuntamento di respiro internazionale “che richiama e unisce”. Tra le tante particolarità che hanno scandito la serata, ha colpito sicuramente l’atmosfera di sana condivisione e di confronto in un contesto fatto di arte, creazione e umanità, volutamente lontano da artifici che nulla avrebbero aggiunto al senso e al valore di ciò che si stava compiendo. Un’ambientazione suggestiva dunque, per riscoprire la luce di un materiale che plasmato ha aperto finestre sugli animi e delineato rotte di viaggi interiori poetici ed emozionanti. Un banco di sperimentazione - come ha affermato Giorgio Agnisola nel suo ruolo di presidente di giuria e direttore artistico del premio. Il critico d’arte e scrittore, professore emerito di arte sacra e beni culturali presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, era affiancato dagli altri giurati, tutti presenti a partire dall’ospite più atteso (non ce ne vogliano gli altri il cui prestigio è comunque indiscutibile), il professore Franco Marrocco, direttore dell'Accademia di Brera; e con lui Matilde Di Muro, architetto, storica e critica dell’arte, giornalista e docente; e Francesca Tuscano, storica e critica d’arte, direttrice del Museo Civico d’Arte di Olevano Romano. Non poteva mancare in giuria Maria Gabriella Mazzola in rappresentanza della Comel Industrie, l’ azienda promotrice e unico sostenitore del Premio.
Un banco di sperimentazione per gli artisti è vero, ma anche tante altre cose che parlano di serietà, di impegno, di dialogo, e di una “via della speranza” - così l’ha definita Agnisola - rappresentata dall’Arte in tempi difficili come quelli di oggi. Quindi, il ringraziamento ai partecipanti, e ai finalisti elencati uno ad uno, sottolineando come ciascuno a suo modo ha inteso la forza silenziosa dall’Alluminio, che era poi il tema del concorso.
È stata infine proclamata vincitrice Alice Corbetta con l’opera “Memorie in superficie”, per la sua opera “frutto di una lavorazione complessa e raffinata, capace di esaltare la materia e al tempo stesso evocare memorie e suggestioni”.
Quattro le menzioni speciali, andate a Margherita Cavallo per “Sono una Creatura”; Sigita Dackevičiūtė per “Structural Object: Alternatives”, Simona Mastropietro per “Gesture II”, e Mario Viezzoli per “Traforo 100”.
Il Premio del Pubblico è stato attribuito ex aequo a Fatma Ibrahimi per l’opera “Bituminifera Divisa” e a Claudio Sapienza per “Pagine di Esistenza”.
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