Ospedale Fiorini
01.03.2025 - 16:20
Ad ogni donazione si è inondati da un concentrato di emozioni. Tutti i presenti avvertono grande commozione ma anche speranza. E anche ieri mattina all’ospedale “Alfredo Fiorini” di Terracina, davanti al direttore generale della Asl di Latina Sabrina Cenciarelli, al sindaco Francesco Giannetti e all’assessore Sara Norcia, si è vissuto tutto questo in occasione della cerimonia per la consegna di un ecografo ad accesso venoso per il reparto di oncologia da parte dell’Associazione AnnaLaura, la Onlus nata grazie a Elena e Rosario, i genitori delle due sorelle L’Aurora morte giovanissime che dal 2004 hanno deciso di “convogliare” il dolore in progetti e donazioni al presidio sanitario per migliorare la qualità della vita dei malati.
Un impegno costante a cui il direttore del Distretto sanitario Giuseppe Ciarlo, due anni fa, rispose intitolando il Day Hospital di Oncologia proprio ai due “angeli” volati troppo presto in cielo. La Onlus, in questa occasione, ha potuto contare sul supporto concreto della sezione Lido di Enea della Lega Navale presieduta da Natale Campi e che ha visto il socio Barbara Fratangeli in prima linea nella raccolta fondi. «Al di là dei gesti materiali, queste associazioni donano speranza a chi ne ha bisogno tutti i giorni», ha detto Cienciarelli accanto a Rosario L’Aurora, visibilmente emozionato al momento di prendere la parola: «Da 19 anni sosteniamo l’ospedale di Terracina e continueremo a farlo. Il nostro contributo non mancherà mai, né per oncologia né per gli altri reparti. Abbiamo già dei progetti nel cassetto. Colgo l’occasione per ringraziare anche l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, rappresentata da Luciano Giuliani, per aver partecipato a questa sinergia».
Le donazioni, ieri, non si sono fermate solo all’ecografo: è stata infatti consegnata la “Campanella del Sollievo”, i cui rintocchi stanno a significare la guarigione completa di un paziente, e il quadro “Fiori di loto” realizzato da Alessandra Ciarlo.
La responsabile del reparto oncologico Maria Colonna ha accolto l’ennesimo dono con gli occhi lucidi: «Per noi questo ecografo rappresenta una conquista. Fino a qualche tempo fa i pazienti dovevano recarsi in altri presidi ospedalieri per impiantare il PICC (catetere venoso centrale ad inserzione periferica, ndr), un dispositivo assolutamente necessario per alcuni trattamenti oncologici. Oggi possiamo mettere in evidenza tutto il patrimonio venoso del paziente e controllare il catetere fin dove arriva, in modo da ridurre al minino le complicanze della procedura. Grazie alla sua trasportabilità, i posizionamenti possono avvenire direttamente al letto del paziente».
Lo strumento, che costa intorno ai 16mila euro, ha infatti un sistema di navigazione che fornisce informazioni in tempo reale e un monitoraggio progressivo.
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