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Giudiziaria

La fotografia della bancarotta nella società di Pascucci

In aula il curatore della società riconducibile all'ex assessore di Aprilia ha descritto la sparizione di tutti i libri contabili, nel 2020 l'operazione della Guardia di Finanza

Cosa succede ad una società spolpata quando muore e spariscono i libri contabili e non si può ricostruire più nulla lo ha spiegato ieri pomeriggio davanti al Tribunale di Latina il commercialista Efrem Romagnoli, curatore di una delle società per cui si contesta la bancarotta in un processo che vede coinvolte otto persone, imputate a vario titolo. L’indagine da cui è scaturito il processo in corso ruota attorno alla figura di Mauro Pascucci, ex assessore del Comune di Aprilia, e contesta un sofisticato sistema di emissione di fatture per giustificare operazioni inesistenti e di società affidate a prestanomi. 

Ieri pomeriggio in aula, Romagnoli, nominato dal Tribunale curatore della società fallita a novembre del 2020, ha descritto cosa ha trovato nel sopralluogo presso la sede legale.  Non c’era più nulla, tutto chiuso, non c’erano più i libri contabili, pertanto è stato impossibile risalire a cosa era accaduto ai conti e alle cariche sociali. 

In quello stesso periodo, cioè a dicembre 2020, era scattata l’operazione della Guardia di Finanza circa le responabilità penali, tra Roma, Aprilia, Guidonia Montecelio e Pomezia; ci fu un sequestro di beni per un valore pari a 1,3 milioni di euro tra appartamenti, box, magazzini, terreni, negozi e quote societarie nel settore della commercializzazione degli idrocarburi, delle costruzioni, della logistica e della ristorazione. L'attività investigativa aveva consentito di individuare anche l’effettivo amministratore della società, Mauro Pascucci appunto, che nel 2019 era stato gravato da un provvedimento interdittivo nell’ambito dell’operazione Ghost Fuel e che in passato ha ricoperto anche cariche pubbliche (nel ruolo assessore) nell’amministrazione comunale di Aprilia. 

I fatti contestati riguardano il periodo compreso tra il 2014 e il 2018 e secondo la Procura la bancarotta si concretizzò proprio con le attività volte a distruggere i documenti contabili, dai quali si sarebbe potuto capire l’ammontare dell’occultamento e degli illeciti tributari. Il processo proseguirà il 26 novembre con l’escussione dei finanzieri che indagarono sulla rete e le connivenze che ruotavano attorno alle società.

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