Un gruppo di ultras del Latina Calcio aveva organizzato un agguato contro i tifosi del Livorno per vendicare, prima del match di ieri pomeriggio valido per la quindicesima giornata di serie B, l’aggressione subita un anno fa da quattro giovani supporter nerazzurri in trasferta. Con i cappucci delle felpe tirati su e le spranghe di ferro in pugno, circa dieci persone si erano radunate tra i palazzi non lontano dallo stadio “Domenico Francioni”, ma l’intervento tempestivo della polizia ha permesso di sventare la loro azione e fermare, nel fuggi fuggi generale, quattro componenti della banda: sono finiti in manette Renato Capozzi, Lorenzo Avvisati e Alessandro Ruggero rispettivamente di 46, 18 e 26 anni, mentre il 26enne F.D.A. se l’è cavata con una denuncia a piede libero.
Anche se poi è risultata determinante la collaborazione di alcuni cittadini che non hanno esitato ad allertare il 112, per il match di ieri tra Latina e Livorno la Questura aveva innalzato i livelli di guardia proprio perché l’aggressione consumata nel capoluogo toscano, il 16 settembre 2014, aveva acuito l’astio tra le due tifoserie divise delle opposte ideologie politiche. Quella volta quattro giovani tifosi erano stati aggrediti dai livornesi mentre consumavano l’aperitivo in un bar del lungomare Ardenza: si scoprì più tardi che era stato lo stesso barista ad avvisare gli ultras locale della presenza dei sostenitori nerazzurri e poi a chiamare la polizia quando la situazione era precipitata e i tifosi avevano finito per sfasciare il negozio.
Gli uomini impiegati nel servizio di ordine pubblico hanno intuito che il clima si stava facendo rovente quando, intorno alle 13:45, un cittadino aveva segnalato alla centrale operativa della Questura i movimenti sospetti di una persona nella zona del centro commerciale Morbella, intento a caricare spranghe a bordo di una Fiat Punto.
Mentre le pattuglie erano impegnate nella ricerca della vettura segnalata, ecco la seconda segnalazione al 112: un’altra persona segnalava la presenza di un gruppo di persone, tutte vestite uguali con le felpe nere e i bastoni un pugno, nei pressi dell’incrocio tra via Lavinio e via Sulmo, a poche centinaia di metri dalla curva sud, dove c’è il varco di accesso allo stadio riservato alle tifoserie ospiti. Non erano ancora trascorse le 14 e il pullman degli ultras del Livorno stava entrando in città.
Quando sul luogo della segnalazione sono piombate le prime pattuglie della Digos, il gruppo si è sparpagliato in varie direzioni, ma gli agenti sono riusciti a bloccare subito Renato Capozzi, vecchia conoscenza della Questura e già accusato del lancio di fumogeni, insieme ad altri tre tifosi, durante il match tra Latina e Paganese nel maggio del 2013. A terra erano rimaste dieci aste di metallo sequestrate poi dalla polizia.
La zona è stata subito circondata da tutte le altre pattuglie impiegate nel vasto dispositivo di prevenzione tanto che nella vicina via Quarto, è stato subito rintracciato il 26enne F.D.A.. Una manciata di minuti più tardi la pattuglia della Digos intervenuta per prima ha riconosciuto due dei fuggitivi poco lontano, in via Padre Sant’Agostino. Si trattava di Lorenzo Avvisati e Alessandro Ruggero.
Più tardi i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile ha intercettato, nei pressi di palazzo M, la Fiat Punto segnalata nel primo pomeriggio, con a bordo due giovani, tra i quali uno sottoposto a Daspo. La loro posizione è al vaglio degli investigatori che stanno indagando per risalire all’identità di tutti i tifosi che dovevano partecipare all’agguato.
I servizi disposti dalla Questura hanno quindi permesso il regolare svolgimento della partita che ha fatto registrare, però, la protesta di una parte della tifoseria organizzata: appresa la notizia degli arresti, i tifosi hanno prima ammainato gli striscioni, poi hanno abbandonato gli spalti per protesta lasciando vuota la parte centrale della curva nord.
I quattro sono stati accompagnati tutti in camera di sicurezza in attesa del processo per direttissima previsto per domani.