Il fatto
29.04.2025 - 15:00
La caccia ai tordi di per sé non è vietata, ma è certamente regolata da norme molto rigide e stringenti che possono anche variare da regione a regione. Si tratta di un tipo di caccia detta da capanno perché prevede appostamento e camuffamento. Il problema sorge quando il cacciatore non vuole attendere il “colpo di fortuna” e allora utilizza, questi sì vietati, richiami per attirare le prede. Proibito ad esempio, è l’uso di richiami vivi, di uccelli vivi legati che con il loro canto o lamento richiamano simili. Sono anche vietati particolari trappole. E proprio di richiami e strumenti non permessi, era accusato un sedicente cacciatore di Aprilia, F.P. che nel novembre del 2024 venne fermato e tratto in arresto perché oltre a un richiamo illecito, era in possesso anche di un fucile calibro 12 rubato, di munizioni dello stesso calibro. Il tutto senza naturalmente avere un titolo che lo autorizzasse al porto o alla detenzione di armi.
Sulle prime, quando gli venne chiesto dove avesse rimediato l’arma, avrebbe affermato di averla comprata da alcuni “rom” senza però fornire informazioni davvero utili. E così dopo gli arresti domiciliari, ottenuti i soli obblighi di Pg, il 50enne ieri è comparso davanti al giudice Cario per l’udienza preliminare al termine della quale è stato sì condannato alla reclusione di un anno e 8 mesi e alla sanzione di 400 euro, ma il giudice ha sospeso la pena rimettendolo in libertà senza nemmeno più la misura cautelare della firma.
Edizione digitale
I più recenti