L’ultima parola spetta ai giudici. Con una manciata di loculi rimasti disponibili per la tumulazione e l’impossibilità di costruire nuove tombe, lo scontro tra Comune e Regione è inevitabile. La giunta del sindaco Federico Carnevale ha conferito agli avvocati l’incarico di preparare un ricorso al tribunale amministrativo regionale del Lazio contro l’Autorità dei bacini regionali del Lazio. 

Siamo alla resa dei conti dopo il muro contro muro degli ultimi mesi. Da una parte ci sono gli interessi del Comune di Monte San Biagio, deciso a eseguire lavori all’interno della struttura cimiteriale sulla via Appia in cui sono rimasti circa 20 loculi; dall’altra c’è l’Autorità dei bacini del Lazio che impone il suo «no». Il motivo è chiaro: secondo gli uffici tecnici della Regione, nell’area in cui sorge il camposanto c’è un rischio frane molto elevato. Così classificata, la zona non potrebbe subire interventi edilizi di alcun tipo, neppure se si tratta di costruire tombe. Un’assurdità, secondo l’amministrazione comunale, che invece all’interno del cimitero vuole portare operai e ruspe. Ma non per ampliare il cimitero o tantomeno per costruire ancora. Piuttosto - hanno sempre specificato dal Comune - per restaurare quanto già esistente e procedere a una sistemazione degli spazi già occupati. Insomma, più che un’edificazione vera e propria, una sorta di intervento di restyling. Il tutto giustificato tra le altre cose dalla necessità pubblica di offrire un servizio indifferibile e che, come è facile immaginare, non può essere delocalizzato. 

Ma c’è di più: il Comune ha anche prodotto perizie, documenti e riscontri tecnici per convincere gli uffici regionali che l’area non è a «rischio frane molto elevato», bensì a «pericolosità elevata». Non proprio un banale cambio di dicitura, visto che sta paralizzando le pratiche. E adesso si finirà davanti ai giudici del Tar del Lazio per vedere chi abbia ragione tra Comune e uffici regionali. La giunta del sindaco Carnevale ha deliberato di incaricare, sia in modo congiunto che disgiunto, l’avvocato Giovanni Fusco di Monte San Biagio e il collega Stefano Vernile di Cassino. Un esperto, quest’ultimo, della materia urbanistica che si sta affrontando. Le spese ammontano a circa 4 mila euro, necessarie a tutelare gli interessi dell’ente nell’ambito di un procedimento giudiziario che tutti si sarebbero risparmiati.