Nelle norme sulle autocertificazioni in caso di assenza scolastica che stanno appesantendo il sistema scuola-pediatri gli enti locali non sono stati coinvolti generando confusione. E oggi a chiedere spiegazioni è l'assessore all'istruzione del Comune Gianmarco Proietti. L'assessore ha scritto una nota al Direttore del Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, ai vertici della Direzione regionale Salute e Istruzione e Lavoro e alla Asl facendo riferimento alla lettera del 6 ottobre 2020, indirizzata dall'USR Lazi ai dirigenti scolastici, utilizzata per chiedere ai genitori l'autocertificazione in caso di assenze degli studenti inferiori o uguali a 3 e 5 giorni. «Stupisce il mancato coinvolgimento degli enti locali – scrive l'assessore - attori fondamentali per quel Patto di Comunità auspicato per le scuole e oggi determinanti per il lavoro svolto insieme ai dirigenti scolastici per ridurre al minimo le possibilità di contagio all'interno delle scuole». Il documento che si attiene a quanto indicato nella nota regionale del 14/09/2020 prevede che in caso di rientro a scuola dopo assenza per motivi di salute non sospettati per Covid-19, nei limiti di giorni previsti, la scuola può richiedere al genitore una autodichiarazione attestante che il figlio/a è stato valutato clinicamente dal Pediatra e che sono state seguite le indicazioni ricevute. «Tale possibilità concessa ai dirigenti scolastici – spiega Proietti - impone al genitore una autodichiarazione sullo stato di salute del figlio dopo una consultazione medica dunque necessaria anche per assenze inferiori ai tre giorni per la scuola dell'infanzia e cinque giorni per gli altri ordini di scuola, integrando dunque la nota della Direzione regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria del 14 settembre scorso.
Il fatto
Covid e scuola, autocertificazioni inutili,: il Comune scrive a Regione e Usr
Latina - Proietti: gestione da rivalutare collegialmente. Così si caricano genitori e pediatri di lavoro e responsabilità enormi