C'è un segmento di economia che, per forza o per scelta, si prepara ad implementare introiti e forza lavoro. E' quello dei «fattorini dei prodotti alimentari», meglio conosciuti come riders. La stima fatta nelle ultime settimane in vista della ulteriore stretta sulla frequentazione dei locali di ristorazione prevede un potenziale aumento di circa il doppio delle attuali 50 unità che ogni sera (in media) consegna cibo a domicilio a Latina. E che, quindi, dalla prossima settimana saranno almeno un centinaio. E' un mondo finora considerato più o meno un «complemento» del traffico urbano delle serate da serrata totale. Invece il racconto che fa uno di loro, sull'uscio della sezione lavoro del  Tribunale, dove si appresta a presentare ricorso, è un pianeta sconosciuto ai più, soprattutto ai clienti del cibo «presto e a casa».

«Un rider consegna per dieci euro l'ora e a Latina quasi tutti si spostano con  mezzo proprio quindi a quella cifra irrisoria va tolto il costo della benzina ma forse ciò è meglio di quanto riservato agli schiavi veri che nelle grandi città girano in bicicletta mettendo a rischio la vita. - dice Silvio N. , studente universitario e «fattorino» saltuario - In questi giorni tutti i ristoranti di Latina, le pizzerie e i pub stanno cercando un servizio per le consegne a domicilio e c'è quasi una gara sotterranea a chi offre di meno e assicura tempi veloci. Molti di noi vengono pagati per numero di consegne, ma anche lì devi essere ‘fortunato' perché se le chiamate sono per il centro della città puoi fare più consegne. Se, invece, devi andare nei borghi allora cambia tutto. Il servizio si concentra in poche ore, dalle 12 alle 13.30 e dalle 19 alle 21.30, massimo le 22. Ciò significa che non lavorerai mai più di due ore, venti euro al giorno nei fine settimana». Attualmente i fattorini del cibo non hanno un vero e proprio inquadramento contrattuale, sono inseriti tra i titolari di «collaborazioni coordinate e continuative» anche se quello è l'unico lavoro che hanno e lo praticano stabilmente. In queste ore si è aperta una sorta di caccia al posto da rider perché si sa che il settore delle consegne  macinerà numeri importanti almeno fino a Natale, diventando un segmento di economia e di occupazione tra i più vivaci sotto il profilo della trasformazione sociale e anche della produzione di reddito.
«Stanno nascendo nuove società e cooperative anche molto piccole per effettuare questo tipo di servizi - dice ancora Silvio - e per  molti quello che finora era un lavoretto saltuario potrebbe diventare un'occupazione se non stabile almeno dignitosa. Molti di noi hanno aperto una partita Iva ma in realtà è un impegno gravoso oltre che una beffa in quanto si riesce a guadagnare a malapena più di 5000mila euro l'anno, che è la soglia minima per avviare la partita Iva». L'intero settore delle consegne a domicilio è in questo momento «sotto osservazione» perché impiega un numero crescente di persone, nessuna delle quali ha un vero status di lavoratore né autonomo, né dipendente e quello che era un segmento di nicchia si sta trasformando in una sorta di economia indipendente, spinta dalle restrizioni negli spostamenti e nell'accesso ai servizi, inclusi quelli della ristorazione.