In un giardino di aranci nascosto tra i palazzi nuovi e il traffico di Formia si è trasferita a vivere da pochi mesi una «vecchia signora in pensione», come lei stessa, con ironia, si definisce. Anna Foa, la docente di Storia moderna dell'Università La Sapienza, autrice di saggi fondamentali sugli ebrei d'Europa, di libri sul rastrellamento al ghetto ebraico di Roma, sulle streghe e gli eretici del nostro continente sgangherato, sulle sinagoghe e i luoghi di confino, ti accoglie così. Dicendo: «Sono una pensionata che voleva vivere vicino al mare». Abita al piano terra di una magica casa della Formia che ti stupisce con effetti speciali e rivela quel lato intellettuale che, è inutile negarlo, viene da lontano e resta. La professoressa Foa sta, appunto, in quel lato. Figlia di Vittorio, indimenticato giornalista, politico, sindacalista e anche lui vissuto a Formia fino alla fine, in un giardino di aranci a Castellone. «Ho amato questa città venendoci spesso per far visita a mio padre, così quando ho deciso che volevo lasciare Roma è stato naturale pensare a Formia. Ed eccomi qui, residente da sei mesi. Sto qui insieme ad Ale e Martino (i due cani amatissimi) e devo ancora sistemare un po' di cose, la libreria, il giardino... Ma si sta bene davvero, si sente il profumo del mare. E' molto bello».

Lei non ha mai smesso, per davvero, di insegnare, è noto che incontra spesso classi di studenti. Perché?
«Vero, li vedo in videocollegamento in questo periodo. Mi piace incontrare i ragazzi delle scuole anche se in un dibattito recente mi sono arrabbiata moltissimo. Uno studente al termine di un mio intervento sulle persecuzioni razziali e il fascismo mi ha chiesto cosa pensassi del confronto tra la Shoah e i divieti legati al green pass! E il fatto ancor più grave è stato il successivo intervento della docente, che ha quasi cercato di giustificare quell'affermazione. Mi sono scusata e ho abbandonato l'incontro. Quei ragazzi avevano studiato il periodo della Shoah, non erano impreparati, eppure... Ho detto loro che le camere a gas e il divieto temporaneo di andare in discoteca son due cose diverse, tanto diverse! Ma ciò che mi fa arrabbiare è la percezione di una possibile similitudine. Io ho preso quella frase come un insulto, una provocazione».

Ok, da dove dobbiamo ricominciare? Cosa non abbiamo ancora spiegato delle persecuzioni razziali? Ne parliamo spesso e molto, eppure ancora c'è chi minimizza oppure incorre in affermazioni assurde o ancora riduce a «goliardie» le uscite antisemite...
«Io penso che tutto dipenda da come si insegnano certe cose, quindi bisogna vedere qual è la formazione dei docenti. Per quanto riguarda la riduzione a goliardia delle affermazioni razziste e antisemite è necessario rigore e vanno applicate le leggi. Mi riferisco anche a quelle che afferiscono il divieto di ricostituzione del partito fascista. Detto questo, che riguarda l'ordinamento, bisogna poi lavorare molto sulla paura, perché nei periodi in cui si scatena la paura accadono nefandezze».

Lei, tra gli altri, ha scritto un bellissimo libro sui luoghi di confino (Andare per i luoghi di confino - Il Mulino - 2018). Che viaggio è stato? E poi: quando andrà la prossima volta a Ventotene? E qui vicino a noi, si vede all'orizzonte...
«A Ventotene spero di tornare presto, certo. Per quanto riguarda i luoghi di confino, come le nostre isole, è stata una carrellata di emozioni, andavano raccontati. Sono posti in cui le persone, antifascisti ed ebrei, erano ristretti nelle loro libertà. Molti non li conoscono e non conoscono cosa hanno rappresentato dal punto di vista politico, sociale, storico. Qualche anno fa c'è stato chi ancora diceva che quelli erano ‘luoghi di villeggiatura'!».

Cosa pensa dei rigurgiti di fascismo, dalle manifestazioni con i simboli dell'epoca alle aggressioni, vedi caso-Cgil? C'è anche un giornalista sotto scorta per le minacce dei neofascisti, Paolo Berizzi. Insomma tanta roba ancora ...
«Dico che in Italia il fascismo è ancora molto presente e sarebbe utile maggiore rigore e severità nel punire chi viola le leggi. Se pensiamo a quello che è accaduto di recente alla sede della Cgil di Roma con l'assalto capeggiato da uno come Castellino possiamo dire che qualcosa va rivisto. Però ciò che è davvero importante è un'opera di educazione di vasto respiro. Dovremmo partire dai fondamentali, per esempio dal bullismo che c'è nelle scuole, un fenomeno davvero terribile, di prevaricazioni e violenze soprattutto psicologiche, tropo spesso tollerate perché in tanti non vogliono turbare gli equilibri delle scuole, nelle classi. In realtà è un grave errore tollerare questo tipo di situazioni».

Senta, lei ci aiuterebbe, noi altri cittadini di Formia, a premere per la riapertura del teatro intitolato a Vittorio Foa, ancora inspiegabilmente chiuso?
«Sono da pochi mesi qui ma spero, mi auguro, che quel teatro venga riaperto. Sarebbe bello se diventasse un luogo di aggregazione, di cultura, per ospitare dibattiti, presentazione di libri e tanto altro. Un luogo a cuore aperto, penso sarebbe un bel modo per ricordare mio padre che aveva la sua casa sempre aperta per tutti. Io credo che Formia abbia tutte le caratteristiche per diventare un polo di attrazione culturale e per quel che posso spero di contribuire. Ci sono grandi potenzialità».

Cioè si potrebbe «sfruttare» il suo nome, la sua presenza in città. Che ne pensa?
«Ho già avuto occasione di prendere parte ad alcune iniziative, con Mario Leone (direttore dell'Istituto Studi Federalisti Altiero Spinelli ndc) a Latina per un progetto europeista e poi per la biblioteca dei bambini qui a Formia con Imma Arnone (consigliere comunale a Formia ndc). Insomma sì, sono disponibile ad essere sfruttata. Negli ultimi mesi ho passato molto tempo a scrivere, in casa. Appena questo momento di restrizioni della pandemia sarà passato penso anche di uscire più spesso e di girare per questa città che ho scelto con tanta passione e speranza, per il suo mare, per il clima. Insomma spero bene, ecco».

Anna Foa è considerata una delle più autorevoli studiose dell'età moderna che ha a lungo insegnato presso la Facoltà di Lettere de La Sapienza, è autrice di ricerche e saggi significativi sugli eretici nello Stato della Chiesa e alla vicenda degli ebrei in Europa tra il Trecento e l'Ottocento. Un ulteriore approfondimento sugli ebrei in Italia è in uscita per Laterza, casa editrice per la quale ha pubblicato anche «Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento».