Era partito con l'idea di fare il punto sui primi sei mesi di amministrazione provinciale e invece, solo e senza giunta, il presidente Gerardo Stefanelli ha deciso di prendere la situazione di petto e di affrontare la questione del nuovo impianto per il trattamento rifiuti da realizzare nel territorio. Lo ha fatto ieri mattina, nell'aula consiliare della Provincia, dove Stefanelli si è voluto togliere anche qualche sassolino dalla scarpa, puntando il dito contro la Regione in primis, ma anche contro consiglieri regionali, deputati e senatori pontini che, sul tema, finora non hanno proferito parola. Insomma, Stefanelli è relativamente solo in questo momento, «ma ho le spalle larghe e le idee chiare», come lui stesso ha dichiarato ieri nella conferenza indetta sul caso.
La ricostruzione dei fatti
Il presidente Stefanelli ha voluto ripercorrere tutto l'iter riguardante l'impianto da realizzare in provincia, iniziato ancora prima del commissariamento dei rifiuti da parte della Regione, che il 1 marzo ha decretato la nomina di Illuminato Bonsignore, che però era già al lavoro da inizio dicembre 2021, in piena campagna elettorale per le provinciali. «La Regione poteva concedere sei mesi di appello anche a noi, come ha fatto con Roma, ma così non è stato» ha dichiarato Stefanelli. Insomma, mentre i candidati erano a caccia di voti per la nuova amministrazione provinciale, il commissario stava utilizzando a pieno gli uffici tecnici dell'ente di via Costa, «gli stessi uffici di cui mi sarei avvalso io», spiega Stefanelli. Poi, di venerdì pomeriggio, è arrivata la sentenza: Bonsignore ha individuato non uno, ma ben tre siti idonei per la discarica. «Una notizia che ha stupito tutti. Ci aspettavamo che il commissario avrebbe indicato un solo sito idoneo, visto che anche noi ne avevamo individuati diversi». Insomma, alla luce dei fatti, quanto fatto dal commissario (la cui prestazione sarà pagata dalla Provincia), non è tanto diverso da quanto lo stesso ente di via Costa aveva già fatto in autonomia. Eppure, quanto fatto da Bonsignore è legittimo. «D'altronde - prosegue il presidente - il suo compito era quello di individuare uno o più siti idonei, e ora ha passato la palla a noi».
I prossimi passi della Provincia
Cosa dovrà fare adesso la Provincia? «Il nostro compito, adesso, è quello di avviare uno studio di secondo livello, visto che attualmente disponiamo soltanto di siti selezionati in quanto ritenuti idonei soltanto sommariamente e a livello cartografico. Bisogna agire con l'analisi approfondita e dettagliata in merito al sottosuolo, al tema delle acque, alla distanza reale dai centri abitati o dalle case sparse, con conseguente indagine sulla legittimità dei titoli abitativi di chi vive lì intorno». E sia chiaro: c'è la possibilità che nessuno dei tre siti individuati da Bonsignore superi questo secondo esame. «Al termine dello studio di secondo livello, che la Provincia avvierà nel più breve tempo possibile, avremo a disposizione un patrimonio conoscitivo che permetterà al Consiglio provinciale di esprimersi sul piano di individuazione del sito più idoneo. Ma è mia volontà di convocare una Conferenza dei Sindaci, prima del Consiglio provinciale, per discutere con tutti loro degli esiti delle analisi». A seguire, una volta individuato il sito, bisognerà predisporre il progetto di impianto e procedere con gli espropri, visto che ognuna delle tre aree individuate appartiene a privati. Ad oggi, ognuno di questi privati, nel caso decidesse di realizzare l'impianto per conto suo, potrebbe avviare in autonomia il percorso più velocemente della Provincia, perché «non c'è scritto da nessuna parte che l'impianto debba essere pubblico». E sempre a proposito della localizzazione della struttura, Stefanelli ricorda come "il commissariamento nasce dalla necessità di dare una discarica di servizio a Rida Ambiente". E se si tratta di un impianto di servizio, è sicuramente più sensato che il sito sia il più vicino possibile alla società con sede ad Aprilia.
Gli altri problemi
«Chi costruirà la discarica? Con quali soldi?». Sono tutte domande che Stefanelli si è posto ieri mattina in conferenza, e che comunque sembrano portare ad una risposta scontata, ossia che ricadrà tutto sulle spalle dell'ente di via Costa. Eppure il presidente mette subito i paletti: «La Provincia non è un ente che può gestire un impianto rifiuti». La soluzione definitiva, sempre a detta del presidente, è l'Egato, ossia l'ente di governo dell'ambito territoriale ottimale, cosa che a Latina manca. Ed è proprio sull'Egato che, ormai da tempo, si sta concentrando la battaglia di Stefanelli, che tra il nuovo logo e il nuovo sito web, sta aprendo la strada ad un ente ritenuto indispensabile per gestire il ciclo dei rifiuti in provincia di Latina. D'altronde, per realizzare l'ente bisognerà prima mettere d'accordo tutte le amministrazioni comunali, che dovranno discuterne nei rispettivi Consigli. «Così come la Regione è stata veloce, scortese e discriminante nel commissionare la provincia di Latina e non Roma, dovrebbe essere altrettanto celere nell'approvare la legge sull'Egato, perché rappresneta l'ente che dovrebbe gestire un impianto rifiuti».
Comune di Aprilia e privati sono pronti a presentare ricorso contro il decreto del Commissario
A metterlo nero su bianco è il Comune di Aprilia, in una nota a margine dell'incontro di ieri mattina, che ha visto il sindaco Antonio Terra, i legali dell'ente e i titolari e rappresentanti legali dell'azienda agricola I Faggi di via Isarco, proprietaria di gran parte dei lotti individuati dal decreto del Commissario ad acta.
Al centro del vertice di piazza Roma, l'esame specifico della zona che «presenta una situazione di pregio dal punto di vista naturalistico, l'area infatti è oggetto di coltivazione di kiwi biologico» si legge nella nota dell'ente, facendo riferimento al sito individuato dal Commissario e su cui insiste una coltivazione risalente al 1986, che si estende su una porzione di terreno di 12 ettari.
Inoltre, da cinque anni, la produzione dell'azienda gode della certificazione biologica che ha elevato il prodotto ad eccellenza del territorio. Sempre intorno all'area individuata dal decreto del 16 giugno, insiste una vera e propria oasi naturalistica, con la presenza di diverse specie animali.
«Alla luce di quanto abbiamo esaminato non comprendiamo le ragioni ed i criteri di scelta da parte del commissario - ha commentato il sindaco di Aprilia Antonio Terra - non siamo d'accordo su questa scelta non perché pensiamo che il problema debba essere scaricato su un altro Comune ma perché ci pare incredibile che un territorio particolare come questo possa ospitare un impianto di trattamento rifiuti. Il vincolo paesaggistico è piuttosto evidente. Un territorio che vede la presenza di colture di pregio e di una popolazione faunistica all'interno di un'oasi merita attenzione e tutela non certo infrastrutture così impattanti. Il comparto del kiwi è uno dei fiori all'occhiello del territorio pontino, imporre la presenza di un impianto di trattamento rifiuti andrebbe ad incidere in maniera negativa sull'intero indotto agricolo. Inoltre come abbiamo già sottolineato più volte Aprilia su questo terreno ha già dato. Dopo gli atti di Consiglio comunale, la road map indica la via giudiziaria».
Insomma, è chiaro che Aprilia è pronta a combattere contro la possibile realizzazione di un sito di trattamento rifiuti nel territorio, anche se, come ricordato dal presidente Stefanelli, il territorio idoneo più vicino alla Rida Ambiente sarebbe sicuramente quello più quotato, in quanto la struttura da realizzare è di servizio alla società.