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Il caso

Protesta dei pescatori contro le norme dell'Ue: ecco cosa contestano

Manifestazioni in tutta la provincia. Le nuove regole comunitarie prevedono una riduzione del 30% dello strascico

Protesta dei pescatori contro le norme dell'Ue: ecco cosa contestano

In cento, sotto al sole cocente al porto canale di Fiumicino, per protestare contro i nuovi divieti della pesca a strascico. Un'altra categoria di invisibili, i pescatori, prova a spiegare gli effetti nefasti dell'ultima modifica ipotizzata dall'Europa. Fino a ieri mattina le stesse delegazioni di Gaeta, Anzio, Terracina e ovviamente Fiumicino avevano già protestato altre volte, per il caro energia, per il blocco dei canali, per la tassazione elevata, per l'inquinamento del mare. Stavolta hanno scelto un sit in che desse l'idea del peso di questo segmento dell'economia costiera. A capo della protesta c'è una donna, Enrica Mammucari, segretaria generale della Uila Pesca, che non si limita a contestare le decisioni di Bruxelles ma aggiunge proposte: «Diciamo no allo smantellamento della pesca a strascico. Siamo tanti, un intero indotto è a rischio estinzione, in questa manifestazione si sono uniti lavoratori, imprese, mondo delle cooperative. Si sta facendo una politica di sole restrizioni, quando sappiamo benissimo che la pesca non è la causa di tutti i mali. I pescatori amano il mare. Piuttosto andiamo ad analizzare tutte le cause del depauperamento, a cominciare dall'inquinamento da plastica». Molte le reazioni, tante in adesione, alla protesta di ieri mattina. «Siamo mobilitati come europarlamentari di Fratelli d'Italia e partecipiamo alle manifestazioni in corso in tutta Italia, per ribadire la nostra contrarietà al nuovo piano sulla pesca proposto della Commissione UE. L'ennesima follia green che condanna l'Italia alla totale dipendenza dalle importazioni di prodotti ittico, non considerando il devastante impatto socio economico sul settore», ha detto Nicola Procaccini, presente al sit in di Fiumicino. L'assessore regionale all'ambiente Elena Palazzo ha espresso grande preoccupazione per la proposta di una riduzione del 30% della pesca a strascico che il Commissario Europeo alla pesca, Sinkevicius, vorrebbe inserire nel Piano d'Azione UE. «Un'idea scellerata ed esiziale per il settore della pesca, così importante per una Regione come la nostra», ha scritto in una nota.
«La pesca è un settore che garantisce la sovranità alimentare - spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - siamo accanto alle cooperative e alle imprese per salvare il loro futuro lavorativo e tutelare la sostenibilità dei prodotti salutari, freschi e locali che portano sulle nostre tavole nel rispetto degli standard di qualità, regole di tracciabilità e certificazioni europee». La sensazione che si è avuta ieri mattina è che la battaglia sia solo all'inizio e che, comunque, il settore della pesca sia rimasto nell'ombra troppo tempo, per questo adesso è più difficile far valere le posizioni di contrasto alla decisione Ue.

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