Il dato
08.07.2023 - 17:00
L'isolotto di Santo Stefano dove sorge il celebre reclusorio in fase di restyling sta correndo seri rischi.
Ci sono infatti molte criticità riscontrate sull'isola, dove sono stati individuati rischi di crollo all'altezza della falesia aggettante sull'approdo 4. Ciò ha imposto di correre ai ripari a quanti concorrono al recupero dell'ex carcere borbonico per evitare tragedie, sia sul lavoro sia sulle condizioni di integrità del sito tanto prezioso, divenuto da molto tempo il simbolo delle libertà e dei diritti civili in Europa.
Analisi attente e dettagliate prospettano l'ipotesi che possano verificarsi distacchi del materiale roccioso dalla porzione di falesia che insiste sulla insenatura presente nella zona di approdo dello scalo 4.
La società "Invitalia", soggetto attuatore del programma degli interventi di recupero dell'ex carcere, si avvarrà, ora, dei lavori "in somma urgenza" affidati alla ditta "Pellegrini consolidamenti" di Narni, che ha già eseguito lavori di questo genere a Ventotene e che è in possesso dei titoli abilitanti a operare in tal senso (barriere paramassi, fermaneve e simili), affinchè intervenga per mettere in sicurezza la cadente falesia.
Poiché l'ex carcere di Santo Stefano è circondato da terreni privati, il Comune ha autorizzato la ditta umbra a prendere contatto per insediarsi nel terreno privato confinante al fine di installarvi i macchinari e gli strumenti necessari per intervenire sulla zona morfologica "malata".
A questo scopo, mercoledi 12 luglio, verranno avviate le operazioni di redazione del verbale di constatazione dello stato dei luoghi e di formale immissione in possesso delle aree stesse che si protrarranno fino all'ultimazione dei lavori di messa insicurezza. Sullo sfondo di questa singola vicenda resta il bubbone dei lavori di restauro del carcere fermi da alcuni mesi, rallentati già a gennaio scorso probabilmente per via del cambio della guida commissariale.
Il caso-carcere di santo Stefano e relativa tabella di marcia nel recupero complessivo è divenuto già oggetto di una interrogazione parlamentare presentata dal Partito Democratico. Come è noto una volta terminati i lavori il vecchio carcere borbonico utilizzato anche per il confino dei dissidenti del regime fascista diventerà un centro studi di livelli europeo e sarà intitolato a David Sassoli. I tempi per la conduzione dell'intervento sono contingentati e se non verranno rispettati c'è il rischio di perdere i finanziamenti erogati, ma soprattutto si potrebbe perdere l'opportunità di avere a Ventotene un centro di livello europeo in linea con il valore simbolico dei luoghi.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione