La storia
18.07.2023 - 10:32
Enu sta raccogliendo i mozziconi di sigaretta abbandonati sulla sabbia di Sant'Agostino a Gaeta dove quest'anno l'ottanta per cento degli addetti alla pulizia delle spiagge e ai servizi di assistenza sono di colore. No, l'integrazione non c'entra nulla. E' che questi ragazzi arrivati nel sud dell'Europa in cerca di fortuna e speranza accettano le paghe da fame che gli italiani rifiutano. Stesso cliché dell'agricoltura e della logistica, dove il sistema degli stipendi al ribasso massimo ha prodotto livelli di sfruttamento che proliferano pressoché incontrollati. Enu parla un buon italiano, nonostante sia nel nostro Paese da un anno e mezzo. «Sto bene qui - dice sorridendo - è un lavoro che mi piace, incontro tante persone, mangio al chiosco anche se la pausa dura un po' poco». Alla domanda su qual è la sua retribuzione giornaliera non risponde. I numeri li snocciola sottovoce il suo unico giovane collega italiano mentre porta giù una delle sdraio della spiaggia libera attrezzata. «Quindici euro, dalle 7 alle 19 e puoi bere ogni ora, le pause non esistono, ci hanno già detto che ad agosto non sarà possibile avere giorni liberi e che se qualcuno si mette in malattia poi gli potrebbero fare una multa. Ma non so se questa cosa è regolare».
Enu sorride e annuisce. Impossibile proseguire nel questionario-intervista. I titolari del servizio di spiaggia attrezzata non vogliono che gli assistenti si soffermino più del dovuto con la clientela, tanto più che nel fine settimana il litorale è pienissimo e non ci si possono permettere pause, né qualche informazione di troppo. Le spiagge attrezzate da Terracina a Formia equivalgono, in realtà, ad uno stabilimento non in concessione su spiaggia libera e i veri tratti di arenile libero da queste parti non esistono. Alle 9 una signora con figli adolescenti dal vistoso accento campano sbarca sull'arenile «attrezzato» con il suo corredo di ombrellone, sdraio, teli, borsa frigo e tutta «l'armatura» che si portano dietro i bagnanti pendolari quando scendono sulla spiaggia libera. Comincia a cercare un qualche microscopico spazio sulla battigia. Non lo trova. Ci sono ombrelloni già fissati ovunque, allora si ricava un metro quadrato al limitare dell'arenile «attrezzato» e il figlio maggiore inizia a scavare nella sabbia per poter inserire l'ombrellone privato. E' in quel momento che emerge il vero volto della piana di Sant'Agostino in estate. «Signora, per favore qui non si potrebbe stare». Lei: «Non è una spiaggia libera?». «Veramente no, la gestiamo noi per tutta l'estate, per favore può togliere l'ombrellone, le diamo noi una postazione, le diamo un nostro ombrellone. E' una questione di decoro, in modo che sono tutti uguali, una questione di decoro. Può restare quanto vuole ma sotto a uno dei nostri ombrelloni, non pagherà nulla. Grazie, gentilissima». Lei, perplessa, alla fine accetta, richiude il suo ombrellone e si trasferisce nella postazione «decorosa». In fondo il mancato incasso non è eccessivo per i gestori della spiaggia libera attrezzata: 20 euro incluso il parcheggio. Ma la signora ha già lasciato l'auto al parcheggio pubblico del Comune di Gaeta, al lato della Flacca. E ormai la giornata è andata così. Il mare pulito di questo tratto della provincia di Latina ripaga delle stranezze, delle amarezze, delle liti in spiaggia tra i cercatori di tratti liberi e i gestori degli stabilimenti. Con la temperatura che ha raggiunto 36 gradi e la scia di schiuma marrone che intanto si avvicina sempre di più e sta già intaccando l'immagine da cartolina di questa torrida domenica di metà luglio. Gli assistenti dei bagnanti non si fermano nemmeno un minuto, nel tardo pomeriggio sono distrutti e si vede, il nervosismo sale.
Un buon 30% di bagnini si è già dimesso senza preavviso dall'inizio della stagione. Lo dicono gli appartenenti ad un gruppo sindacale, l'Anab, associazione nazionale assistenti bagnanti. Lasciano per la fatica insopportabile, perché fanno turni di 12 ore a fronte di uno stipendio di 900 euro al mese e alcuni non hanno ancora ottenuto quello di giugno. Le temperature degli ultimi giorni imporrebbero, a maggior ragione, uno stop tra i turni del mattino e quelli del pomeriggio. In spiaggia si muovono gli ultimi della catena del turismo, che nell'estate del 2023 sta macinando bilanci che si annunciano già più che positivi. Eppure la «sostituzione etnica», per usare un termine assai improprio e assai frequente proprio quest'anno, è avvenuta sulle spiagge nel nome dell'abbassamento ai minimi storici delle retribuzioni. Il dato ha cominciato a fare notizia perché a maggio gli stabilimenti balneari erano senza un numero adeguato di bagnini. Le associazioni di categoria hanno sostenuto che non si trovava personale nonostante ottime retribuzioni. Affermazione smentita dalle associazioni dei bagnini che, invece, sostengono che i livelli di retribuzione minima non vengono applicati e, anzi, vengono proposte formule alternative come la collaborazione continuativa da «impiegato».
Il far west di Sant'Agostino è solo la cartina di tornasole, nelle altre spiagge stessa scena: il 100% dell'arenile è privatizzato e il personale di spiaggia è composto per la quasi totalità da immigrati che un contratto non lo hanno nemmeno. Il litorale in overbooking di presenze offre anche un ulteriore impatto: la raccolta delle acque reflue non regge, il via vai del servizio di autospurgo ne è la riprova plastica. L'insegna all'ingresso della piana dice ancora: benvenuti nel mare con la bandiera più blu; il cartello del Comune ricorda che la qualità delle acque è di livello «eccellente» certificato da Arpa Lazio, intanto i bagnanti si tengono lontani dalla chiazza marrone che continua ad avanzare. E ad allargarsi. Qualcuno impreca contro la mancanza di controlli. Quaslcun altro se la prende con i diportisti che «certamente scaricano in mare». Sulla Flacca c'è l'ennesimo ingorgo per via delle auto parcheggiate in doppia fila o in divieto, un'ambulanza non riesce a passare, alla fine una delle macchine in divieto viene spostata, la circolazione riprende. Arrivano i vigili urbani del Comune di Gaeta e snocciolano multe alla velocità della luce. Anche questa domenica infernale sta per finire. Gli assistenti bagnanti intanto chiudono gli ombrelloni e stanotte dormiranno nel campeggio di fronte. La paga «ottima» che gli italiani rifiutano arriverà a metà agosto e benvenuti a tutti.
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