Il caso
12.09.2023 - 10:00
Alcuni hanno cominciato venerdì 8 settembre, come l'istituto comprensivo Frezzotti Corradini o il liceo artistico Michelangelo Buonarroti, altri con le prime elementari e le prime medie già ieri.
Per la maggior parte degli istituti scolastici della provincia però la campanella suonerà nella giornata di oggi e in quella di domani a segnare il debutto del nuovo anno scolastico, due giorni in anticipo (e chi, come ha iniziato venerdì, anche 5) rispetto alla data del 15 fissata nel calendario scolastico regionale per poter poi usufruire di alcuni ponti durante l'anno e rientrando comunque nel numero minimo di giorni di lezioni consentito.
In tutto sono 77.153 gli studenti a rientrare in classe in tutta la provincia di Latina, 50536 che fanno parte degli istituti comprensivi (materna, primaria e secondaria di primo grado) e 26.617 degli istituti superiori (scuole secondarie di secondo grado).
Neanche il tempo di iniziare, che la Rete degli Studenti Medi Latina ha indetto la prima protesta stagionale: "La mattina del 13 settembre 2023 come Rete degli Studenti Medi Latina porteremo avanti un'azione di protesta, scrivono rilanciando la campagna di attivazione nazionale della nostra organizzazione, contro il caro scuola. - Saremo davanti al Liceo Scientifico "G.B. Grassi" al suono della prima campanella dell'anno alle 08.00, rilanciando la campagna "Non me lo posso permettere" chiedendo interventi strutturali per contrastare lo sproporzionato aumento dei prezzi dei materiali scolastici che rende irreale ritenere garantito il diritto all'istruzione. Riteniamo inaccettabile che la politica resti immobile davanti alle difficoltà che milioni di famiglie riscontrano nel permettere ai propri figli e figlie di frequentare le lezioni e vivere la scuola: dai prezzi stellari dei libri di testo fino all'impossibilità di partecipare ai viaggi d'istruzione, sempre più un privilegio. Chiediamo interventi immediati e un'inversione di tendenza rispetto all'accordo sempre più palese all'economia neoliberale che sta fagocitando la scuola pubblica sempre più imprigionata dagli interessi dei privati.
Ci aspettiamo che il governo risponda alle difficoltà non solo di una generazione ma di una intera parte di paese che non può più permettersi l'istruzione, sempre più un lusso piuttosto che un diritto".
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