Il punto
24.09.2023 - 14:30
Inaugurato lo scorso mese di febbraio dopo un complesso e articolato intervento di pulizia e risagomatura, il Fosso di Colandrea, uno dei principali collettori di acque meteoriche nel territorio del comune di Priverno, appare già oggi abbandonato. A segnalarlo sono i residenti di Colle Menardo che sottolineano come la parte del fosso lì dove lo stesso arriva nei pressi di via Madonna delle Grazie, appare preda dell'incuria con i rovi che ne ostruiscono il corso. Oltre ad ostruirne il corso, ovviamente, la stessa vegetazione potrebbe ostruire anche il corretto deflusso delle acque in caso di pioggia. E con l'estate ormai alle spalle, in autunno, la previsione di precipitazioni a carattere temporalesco, anche violente, non è da escludere. Così come segnalano i residenti, in gran parte del suo percorso il letto del fosso ricoperto da rami e cespugli che potrebbero rallentare il normale deflusso delle acque dopo i prossimi temporali. A ciò si aggiungono problemi strutturali cui, vista l'entità dei lavori svolti, si sarebbe potuto far fronte come, ad esempio, le protezioni laterali del ponticello sul fosso.
Proprio vicino al ponte, nel fosso c'è una sorta di siepe che ha cominciato a fermare i detriti portati a valle dall'acqua. Il rischio che si possa creare un tappo costituiscono motivo di cruccio per gli stessi abitanti della zona che hanno ancora impresse le immagini dell'esondazione del 2013. A Colle Menardo invece, finiti i lavori, la strada, su cui per mesi hanno transitato i mezzi pesanti che hanno eseguito gli interventi, il manto stradale non è stato ripristinato e versa oggi in condizioni critiche. Tutte lamentele che sommandosi, minano la percezione positiva che avrebbe dovuto accompagnare la realizzazione di un'opera così importante come è stata quella di riduzione del rischio idrogeologico di Fosso Colandrea e Fosso Pruneto. Un intervento arrivato a sanare le criticità emerse appunto nel 2013 quando una bomba d'acqua fece esondare i fossi di scolo e tutta la parte bassa di Priverno di trovò inondata da acqua e fango. Nel 2018 il fenomeno si è poi ripetuto anche con dimensioni e contorni ridotti. A seguito dell'impegno della Regione è stato messo in campo un intervento costato 2 milioni 600 mila euro.
Un intervento articolato che ha "sanato" tante criticità comparse negli anni anche a causa di numerosi e disordinati interventi di urbanizzazione. La capacità di contenimento e deflusso delle acque del Fosso Colandrea è stata completamente rivista attraverso interventi che in alcuni tratti hanno stravolto il tracciato. In alcuni tratti è stata raddoppiata la portata con un condotto in cemento posato parallelamente al fosso. In altri, la nuova sagomatura ha portato all'installazione di gabbie in pietra per irrobustire le sponde più fragilie a tante altre soluzioni idrauliche. Lasciarlo ora senza manutenzione, oltre a costituire un grande rischio, appare una scelta poco logica.
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