Il caso
12.11.2023 - 09:30
Non mancano le reazioni all'operazione condotta dalla Polizia finalizzata a contrastare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro connesso all'immigrazione e che si è svolta anche nel territorio pontino. «L'operazione fa emergere ancora una volta fenomeni di sfruttamento che interessano in modo significativo la manodopera agricola straniera». E' quello che dichiarano in una nota congiunta Stefano Morea, segretario Flai Cgil Roma e Lazio e Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil Frosinone Latina.
«Se gli interventi delle forze dell'ordine di contrasto al caporalato e sfruttamento sono senza dubbio importanti e scardinano alcune sacche di illegalità, siamo convinti -ribadiscono - che servano buone pratiche di prevenzione allo sfruttamento, al lavoro nero e all'intermediazione di manodopera. Il riferimento è alle risposte in termini di applicazione dei contratti, alloggi, trasporto, accoglienza ma anche interventi che affrontino con tempestività il tema dei permessi di soggiorno a cominciare da tempi certi e brevi, basterebbe ragionevoli per il rilascio. Lo stesso Decreto flussi ha generato - continua la nota - anzichè percorsi virtuosi di regolarizzazione, una nuova frontiera dello sfruttamento e della ricattabilità da parte di alcune aziende agricole che una volta chiesto il nulla osta non hanno mai regolarizzato i lavoratori per i quali avevano fatto richiesta. Anche qui chiediamo controlli, che siano a tutela di quelle persone che vogliono solo venire in Italia per un lavoro dignitoso e finiscono in vera filiera di sfruttamento e ricatti alla mercè di aziende che di fatto possono usarli come nuovi schiavi. Alle sollecitazioni da parte nostra - spiega Hardeep Kaur - non abbiamo ricevuto risposte nè dalle aziende nè dalle prefetture che quei nulla osta al lavoro li hanno rilasciati. Non esiste ad oggi alcun controllo sul numero di richieste e le conseguenti regolarizzazioni dei lavoratori. Nel Lazio conclude Morea - situazioni di lavoro sfruttato sono moltissime le incontriamo ogni giorno nelle nostre sedi di prossimità e con il sindacato di strada, spesso riguardano lavoratrici e lavoratori stranieri maggiormente esposti alle difficoltà. Basti pensare banalmente all'ostacolo della lingua. Noi ci siamo al loro fianco per sostenere le giuste battaglie per il lavoro e i diritti».
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