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Il dettaglio

Concessioni balneari, c'è già un altro nodo sui bandi dei Comuni

Tutto si sposta sulla quantità di spiagge disponibili e su valutazioni che divergono con la mappa redatta a livello centrale

Concessioni balneari, c'è già un altro nodo sui bandi dei Comuni

Una volta portato a casa il risultato della proroga per tutto il 2024 delle concessioni balneari «solo» per poter indire nuove gare, come prevede la Direttiva europea meglio nota come «Bolkestein» sembrava che tutto fosse ormai in discesa. Invece la tappa più importante, ossia l'indizione dei bandi, è già diventata il nuovo nodo per tutte le amministrazioni comunali del litorale, non solo quello pontino naturalmente ma qui si scontano anche numerosi problemi di altra natura, per esempio i lunghi tratti di demanio militare. Se si guarda inoltre nelle delibere delle amministrazioni dei Comuni costieri (tutte pressoché sovrapponibili nella stesura) si scopre che il motivo principale per cui quest'anno si è arrivati alla ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2024 è legato al fatto che non sono ancora chiari i criteri con cui procedere alla indizione dei bandi di gara, i quali dovranno essere stabiliti in provvedimento del Governo centrale. C'è però già un punto che divide queste delibere di Giunta da quanto si afferma nel documento più importante finora redatto a livello centrale, quello che riguarda la quantità della risorsa. Infatti se la cosiddetta risorsa-mare dovesse risultare «scarsa» si potrebbe del tutto evitare di mettere a bando le spiagge.

Va detto che la maggior parte (se non la totalità) degli enti costieri afferma nelle delibere che la risorsa spiaggia (inclusiva di spazi per pontili e ormeggi che specie nelle isole sono rilevantissimi nel calcolo finale) viene definita «non scarsa». Invece il tavolo tecnico voluto dal Governo e che si è insediato a giugno 2023, a ottobre scorso ha presentato i risultati della mappatura nazionale delle spiagge, redatta usando i dati del portale SID del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il documento con i risultati non è pubblicamente disponibile, tuttavia dalle dichiarazioni fin qui rese da molti osservatori si deduce che il punto relativo alla quantità della risorsa spiaggia potrebbe essere dirimente in quanto quello studio dimostra che a livello nazionale la risorsa non è scarsa. E sembra già questo il primo motivo utile per la battaglia legale che si annuncia da tempo attorno ai bandi per le spiagge. Se e quando saranno indetti per davvero.

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