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Rio Martino

"Sul dragaggio solo promesse". La rabbia e la delusione dei diportisti

Trascorsi 4 mesi da quando fu garantito il livellamento dei fondali: gli operatori se ne vanno

"Sul dragaggio solo promesse". La rabbia e la delusione dei diportisti

"Vogliamo crederci ancora". Così si erano espressi a fine settembre pescatori e diportisti in aula consiliare di fronte alle promesse di sindaco e assessore alla marina che sarebbe arrivato entro venti giorni un intervento di livellamento dei fondali nel porto canale di Rio Martino. Un porto ormai stranoto nei suoi punti deboli per essere divenuto nel tratto in uscita ed entrata delle imbarcazioni praticamente uno 'stagno' con un fondale basso e sabbioso che rende impossibile lavorare. Di giorni ne sono passati molti di più di venti fino ad arrivare a quattro mesi da quell'impegno preso pubblicamente per una vicenda che ad oggi non è stata risolta e, sotto il profilo amministrativo, non è mai arrivata neanche in giunta.

Eppure aveva spiegato l'assessore Di Cocco agli operatori: "Avevo garantito entro il 15 settembre il livellamento dei fondali per poter uscire con le imbarcazioni, non vi avevo promesso il dragaggio del porto canale perché nella convenzione stipulata con il comune di Sabaudia è previsto che il dragaggio e la messa in sicurezza delle sponde sia dal lato di Latina che di Sabaudia debbano essere fatti poco prima dell'apertura del cantiere, soldi al di fuori di questo contesto non si possono spendere. La capitaneria di porto ci suggerì la possibilità di fare il livellamento, abbiamo dato mandato agli uffici ma ci sono stati dei ritardi per altre emergenze. Mi assumo la responsabilità di questo ritardo e me ne scuso con gli operatori». In quell'occasione l'assessore con il sindaco ci misero la faccia promettendo un intervento sul canale, un livellamento del fondale ripetibile fino a quattro volte che potesse consentire ai pescatori e ai diportisti di tornare in mare senza dover attendere il completamento del porto e delle opere accessorie. Un intervento mai arrivato e oggi è lo stesso assessore in una nota ad ammettere di avere le mani legate. "Sul nuovo dragaggio ancora non effettuato, il problema è solo ed esclusivamente burocratico per definire un atto che non vada a sollevare qualsiasi intervento da parte della Corte dei conti -ha spiegato Di Cocco - Un aspetto questo che non può non tenersi in considerazione, al netto dell'urgenza da parte dell'ufficio Ambiente nel procedere velocemente ad una soluzione come più volte indicato dal sottoscritto".

Il pressing sugli uffici finora non ha funzionato ed il risultato sono I soliti problemi: 10 centimetri di acqua dal fondo che permette l'uscita solo alle barche piccole, mentre quelle grandi sono costrette da tempo all'esilio a San Felice, Anzio e in altre località dove si può lavorare, ma dove i posti cominciano a scarseggiare. Sono sei i pescatori che se ne sono già andati e i danni sono incalcolabili, molti operatori sono senza lavoro e stanno perdendo tempo e denaro. Rischiando anche sul fronte della sicurezza: giorni fa nell'uscire a mare a Rio Martino una barca si stava ribaltando rendendo evidente la pericolosità di un'area ormai non più praticabile senza un intervento risolutivo. Purtroppo il dragaggio resta una tappa necessaria per continuare l'attività della pesca locale e rendere il porto agibile anche senza i servizi essenziali. Lo dicono gli operatori stessi perché finora il porto è stato un investimento importante ma inutilizzabile: i pescatori non possono usufruirne perché mancano persino i servizi minimi, come la fornitura di energia elettrica e acqua, oltre alla raccolta dei rifiuti. E non essendoci un soggetto concessionario dell'area è impossibile suddividere la quota delle tariffe sulla base delle barche che utilizzano già l'approdo. Situazioni note come è nota l'amarezza e la rabbia di chi vive di questo e non può fermarsi. "Siamo stanchi, solo promesse"- spiegano – ci aspettavamo di più da questa amministrazione". E non escludono una protesta sotto il Comune. Ci hanno creduto anche stavolta, sbagliando.

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