Cerca

La storia

L'altro legame di Altiero Spinelli si chiama Sabaudia ed è fatto di libri

L'autore del Manifesto di Ventotene ha vissuto nella città delle dune. E da qualche mese è iniziato un percorso di «riscoperta»

L'altro legame di Altiero Spinelli si chiama Sabaudia ed è fatto di libri

Altiero Spinelli, il padre illustre dell'Europa, l'intellettuale antifascista che ha saputo ribaltare per sempre il ruolo di confinato, trasformando il carcere di Ventotene nel simbolo del riscatto, aveva un altro legame con la provincia di Latina. Spinelli e l'isola in simbiosi in tutte le narrazioni mentre sullo sfondo, quasi occultata, scorreva anche un'altra storia, quella tra Spinelli e Sabaudia. Lui ci ha vissuto a lungo, nella casa che oggi è abitata dalla figlia, la fotografa e artista Sara Spinelli. Un rapporto riscoperto negli ultimi mesi, come se qualcuno improvvisamente e con pazienza avesse finalmente deciso di togliere polvere da un baule che conserva molte storie che non si conoscevano, tasselli mancanti. E' così che stanno nascendo una serie di iniziative che rimettono in luce il rapporto tra l'autore del Manifesto di Ventotene e la città delle dune, celebrata da tanti intellettuali, scrittori, artisti. Eppure questa vicenda era rimasta in qualche modo relegata in un angolo fino a novembre scorso, quando l'amministrazione comunale ha deciso di intitolare ad Altiero Spinelli uno spazio centralissimo, accanto alla chiesa. Perché lì? «Perché deve essere un luogo visibile, soprattutto per i giovani», dice il sindaco Alberto Mosca che ha spuntato anche un altro risultato altamente simbolico, la donazione di un fondo librario, per ora composto da venti volumi, alla biblioteca del centro polifunzionale «Angiolo Mazzoni». Un patrimonio oggi appartenente all'Istituto di Studi Federalisti, che ha una biblioteca non accessibile al pubblico perché troppo piccola. «Sono in contatto con la casa editrice Il Mulino, che ha pubblicato tutti i libri di Spinelli e che speriamo vorrà mettere a disposizione della biblioteca. Soprattutto la donazione contiene anche il diario, ricco di riferimenti alla città di Sabaudia», dice Mario Leone, presidente dell'Istituto. L'iniziativa arriva in un momento affatto casuale, mentre c'è una guerra in corso e l'Europa è scossa da egoismi, proteste, incertezze.

«Dopo 70 anni di pace abbiamo due conflitti alle porte di casa nostra. Cosa c'è di sbagliato? Forse c'è di sbagliato anche che non ci siamo concentrati tutti sul messaggio di pace che Altiero Spinelli e tanti come lui hanno dato per tutelare la pace. Sono forme di egoismo a generare catastrofi. La capacità di inclusione, invece, ci permette di poter stare insieme e relazionarci anche con chi non ci piace. Perché tutti hanno il diritto ad essere parte della grande comunità umana», aveva detto Sara Spinelli il giorno in cui è stata inaugurata la piazza che porta il nome del padre. E quelle parole risuonano con ancora maggiore attualità in queste ore.

In qualche modo, la donazione dei libri, la riscoperta dell'autore del Manifesto proprio a Sabaudia, la città razionalista, nata durante il regime che Spinelli lo arrestò e portò al confino su uno scoglio sperduto, hanno un significato che supera il, pur importante, recupero al patrimonio pubblico e fruibile agli studenti di libri essenziali per comprendere la storia del paese e dell'Europa. Si tratta peraltro di una tappa di un percorso un po' più ampio e a lungo termine, che prevede altre iniziative sempre presso la biblioteca di Sabaudia, a sua volta uno di quei luoghi di provincia che non ti aspetti, dove la luce sulla cultura è accesa tutto l'anno.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione