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Capitale della Cultura, il percorso per Latina e Gaeta non si ferma

Alla fine ha vinto L'Aquila, la grande favorita, ma la finale “persa” traccia un nuovo inizio per i due Comuni pontini

I sindaci Matilde Celentano e Cristian Leccese (foto Roberto Silvino)

I sindaci Matilde Celentano e Cristian Leccese (foto Roberto Silvino)

Alla fine ha vinto L'Aquila. È infatti il capoluogo dell'Abruzzo, ad essere stato proclamato Capitale Italiana della Cultura 2026, durante la cerimonia ufficiale che è stata celebrata ieri mattina nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura dal ministro Gennaro Sangiuliano, alla presenza della Commissione esaminatrice, dei sindaci delle dieci città finaliste e dei rispettivi sostenitori.
Un verdetto che, purtroppo (per noi che tifavamo Latina e Gaeta, ovviamente), non ha rappresentato proprio una sorpresa: che L'Aquila fosse la favorita per varie ragioni, che si vanno ad aggiungere ad un valido progetto a supporto della candidatura, era cosa risaputa. Detto ciò, c'è da dire che la provincia di Latina ha sperato veramente fino all'ultimo secondo di vedere una delle due città candidate venire insignita del titolo: si tratta di Gaeta, che era tra le quattro favorite in "ballottaggio", insieme alla vincitrice, Agnone e Treviso. Ma, in fin dei conti, solo una delle dieci città poteva ottenere il titolo e il verdetto è stato espresso.
E adesso, che si fa? La risposta, tanto per il sindaco di Gaeta Cristian Leccese, quanto per il primo cittadino di Latina, Matilde Celentano, è ovvia: l'esperienza della candidatura a Capitale Italiana della Cultura ha acceso in entrambe le città una macchina e ha dato il via ad un percorso che ora non può e non deve essere interrotto.
Gaeta, la forza di una città coesa
«Siamo orgogliosi e sono orgoglioso di essere arrivato fin qui, grazie alla forza di una città e di un territorio coeso, che ha saputo unirsi nel redigere un progetto vero, reale e concreto di sviluppo territoriale basato sulla cultura - è il commento del sindaco Cristian Leccese, a margine della proclamazione - Quello che abbiamo realizzato rimarrà, tant'è vero che stiamo già attuando i primi progetti che abbiamo inserito all'interno del dossier. Penso che questo rappresenti un punto di non ritorno per il territorio: ormai si va verso un orizzonte di sviluppo complessivo del territorio, con un'ottica internazionale, che già da oggi abbiamo iniziato a percorrere».
«Latina si è fatta valere»
«Sono molto felice ed emozionata di essere arrivata fin qui. Mi congratulo con L'Aquila, che sicuramente merita di essere la Capitale Italiana della Cultura 2026, ma per tutti noi sindaci finalisti essere arrivati fin qui rappresenta una vittoria. Abbiamo presentato tutti un dossier ricco, su cui abbiamo lavorato duramente e da cui ripartiremo. Lo considereremo un tesoretto con cui rilanciare il territorio, uno strumento grazie al quale abbiamo messo in rete una serie di realtà culturali che non sapevamo di avere e questa sarà la nostra base di partenza per le sfide future. Per me essere arrivati tra i primi dieci, essendo stata eletta a maggio 2023 e nonostante il poco tempo a disposizione per questa candidatura, è stata una grande vittoria. Tutto quello che abbiamo fatto finora ci dà consapevolezza: Latina c'è e si è fatta valere a livello nazionale. Ripartiamo da questo, magari puntando a ricandidarci tra due anni, forti di questa incredibile esperienza vissuta finora».

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