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Il fatto

Roghi, il lutto delle guide locali

Da settembre a luglio ogni fine settimana accompagnano escursionisti nei sentieri distrutti dal fuoco doloso

Roghi, il lutto delle guide locali

Dietro il fumo che sale sulle montagne irriconoscibili fra Terracina e Spigno Saturnia, oltre i comunicati dei Parchi e dei sindaci, c’è una categoria che, letteralmente, piange in queste ore. Vive un lutto che non ha a che vedere con l’economia né con gli errori evidenti nella prevenzione ma affonda dritto nei sentimenti. E’ il gruppo, fin troppo ristretto, delle guide escursionistiche del territorio che, con grande fatica e immensa passione, ogni fine settimana da settembre a fine giugno accompagnano piccoli gruppi di viaggiatori a piedi tra i boschi della zona, sulle tracce di lupi, lepri, aquile, civette, seguendo tracce di streghe leggendarie, avvicinando mucche allo stato brado, fotografando fiori di montagna dentro tracciati che puntualmente sbucano da qualche parte che affaccia sul mare.

Uno di loro parla apertamente di «danno ecologico enorme» a proposito dell’incendio che due giorni fa ha distrutto «uno dei boschi di faggio maturi più bello e importante degli Aurunci, rifugio sicuro per lupi e aquile, solo per citare i più iconici, e di centinaia di altre specie faunistiche e floristiche».

Ogni anno decine di queste specie subiscono una decimazione difficile da ricostituire nei pochi mesi che li separerà dall’incendio successivo. Da un’altra estate di roghi chiaramente dolosi.

Ecco perché le escursioni ambientali del prossimo autunno non potranno essere uguali a quelle dello scorso anno, mancheranno dei tasselli. E molti animali. Il fuoco ha anche distrutto alcuni allevamenti di api e relative arnie e la conseguenza non è solo economica ma, soprattutto, ambientale.

L’estate 2024 sarà ricordata come una delle peggiori per gli incendi e i danni che l’intera collettività dovrà pagare nei prossimi mesi in termini di salute, dissesto idrogeologico e perdita di biodiversità.

Sono andati persi ettari di vegetazione soprattutto nella parte più meridionale della provincia, peraltro quella con più vincoli e una rete di parchi regionali che dovrebbe scoraggiare azioni criminali in sequenza quotidiana e su vasta scala. Le immagini che girano negli ultimi giorni sono eloquenti sull’impatto che il fuoco ha avuto sui boschi. Sotto accusa anche quest’anno sono finiti gli allevatori, comunque custodi della biodiversità delle montagne incendiate, e una nuova possibile cementificazione della costa, mai del tutto superata specie quando, come adesso, si profila un condono.

I danni provocati dagli incendi di questa estate non sono stati ancora calcolati e solo a fine stagione si avrà la mappa aggiornata degli ettari distrutti e della tipologia di boschi e macchia mediterranea travolta dai roghi estivi.

Poi ci sarà l’elenco dei prezzi delle azioni di spegnimento e a carico di chi sono andati (Regione principalmente). Ma ciò che non è stato ancora reso pubblico e forse non lo sarà mai è il numero delle immagini da cartolina sono andate bruciate insieme alla fauna che è scappata e quante escursioni sono saltate per il prossimo autunno e per tutti gli altri che verranno. Questo è il lutto che si portano dentro le guide nei giorni di agpsto 2024.

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