Il nome
26.10.2024 - 12:00
Nonostante i guai con cui è alle prese il ministero della Cultura in questi giorni, il percorso della Fondazione Latina 2032 sembra procedere secondo la tabella di marcia, tanto che il ministro Alessandro Giuli pare abbia già le idee chiare sul nome del presidente e del direttore generale. Le indiscrezioni che arrivano dal Collegio romano parlano di Giordano Bruno Guerri per la presidenza e di Enrico Michetti quale direttore generale. Due nomi molto noti al grande pubblico, anche se per ragioni diverse.
Bruno Guerri è uno degli storici e saggisti più noti del Paese. Studioso del Ventennio fascista, ha pubblicato numerosi saggi e ricerche storiche oltre ad essere stato per anni editorialista per molti quotidiani, come Il Giornale e direttore de L’Indipendente. Viene considerato di destra, uno dei pochi intellettuali d’area che ha avuto successo negli ultimi quarant’anni. Attualmente è presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la casa-museo di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera, in provincia di Brescia. Curare la Fondazione Latina 2032 sarebbe una sfida decisamente affascinante per uno studioso dell’era fascista come Giordano Bruno Guerri.
L’altro nome di cui s’è parlato molto in questi giorni è quello di Enrico Michetti, noto per essere stato candidato sindaco di Roma alle ultime comunali nella Capitale, sconfitto da Roberto Gualtieri. Michetti è un grande esperto di amministrazione pubblica, fondatore della Gazzetta Amministrativa e consulente per molte amministrazioni locali. Il suo nome era già circolato quando il sindaco di Latina Matilde Celentano cercava un direttore generale. Ora potrebbe essere la sua occasione, in un palcoscenico decisamente più complesso, dal momento che la Fondazione dovrà sostanzialmente costruire da zero il percorso verso il Centenario di Latina.
Tramontate invece le ipotesi che conducevano alla figura di qualche ex prefetto che avesse già operato in provincia di Latina. L’idea, che era stata presa in considerazione dalla politica locale, non pare abbia trovato terreno fertile tra i dirigenti del ministero della Cultura. Al Collegio romano vogliono una figura di spessore culturale per guidare questa neonata Fondazione.
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