Il punto
05.11.2024 - 10:30
E' un tema caldo di queste settimane il Bus rapid transit, il sistema di trasporto pubblico elettrico su corsia dedicata che sta suscitando, in fase di elaborazione e presentazione delle possibile alternative di tracciato, opinioni contrastanti in maggioranza. Il tema, insieme al bilancio, è all'ordine del giorno, di una riunione di maggioranza di oggi dopo che la precedente della scorsa settimana che si era chiusa più tra i dubbi dei consiglieri presenti che tra le certezze. Questa tipologia di trasporto di massa nelle intenzioni deve rimettere in pista gli 82 milioni del Cipe che erano stati accantonati per il vecchio progetto, trascinato per decenni nella sua insostenibilità economica. L'assessore Gianluca Di Cocco ha chiarito che non si tratta di un suo progetto e che l'amministrazione non ha scelto alcun tracciato e che ci sono alcune variabili importanti da tenere in consoderazione: la sostenibilità dell'opera, i vincoli ambientali, le presenze sul mezzo, ma soprattutto i tempi certi per la firma del contratto per iniziare i lavori che devono essere necessariamente entro il 27 dicembre 2028.
Il nodo però resta quello del tracciato ipotizzato e ritenuto più valido dai tecnici secondo l'ipotesi progettuale più caldeggiata e illustrata ai consiglieri: quella di un percorso che non passerà più su via Epitaffio, ma sull’Appia e la strada della Chiesuola fino a Borgo Piave, una modifica progettuale legata a ragioni sostanzialmente economiche, ma a detta dei tecnici, anche di convenienza logistica. L'altro nodo importante è quello dei vincoli paesaggistici, in particolare quello boschivo. Su via Epitaffio c’è infatti un’area boscata nel Pai in corrispondenza dell’itinerario del nuovo sistema di trasporto, ma è un vincolo tutto da verificare come aveva fatto notare il tecnico ed ex assessore del Comune di Sabaudia Vincenzo Borrelli spiegando che «area di attenzione» significa che la zona non è stata studiata e che di conseguenza va fatto uno studio approfondito e che la situazione di via Chiesuola da questo punto di vista è peggiore di quella di via Epitaffio».
Tra chi ha espresso dubbi in maggioranza c’è l’Udc che si è subito fatta avanti, ma non sarebbe l’unica a nutrire dubbi perché le perplessità arrivano anche da Forza Italia, Lega e dalla stessa Fratelli d’Italia. Aveva detto il consigliere Galardo dell’Udc: «Non dobbiamo inseguire i finanziamenti ma chiederli in ragione delle nostre specifiche esigenze. La tratta tra lo Scalo ferroviario e la città lungo l’asse di via Epitaffio è, a mio avviso, quello su cui dobbiamo lavorare e l’unico con portata di traffico che ha bisogno di sistemi innovativi o di potenziamento di quelli tradizionali su gomma . Ci debbono poi spiegare perché via Epitaffio è stata esclusa come possibile tracciato». Da parte sua l’assessore Di Cocco ha spiegato che nulla è definitivo, ma tutto è in corsa comrpesa la scelta del tracciato da condividere sia a livello tecnico che amministrativo e politico. Ed è imprescindibile, a questo punto, anche la la Redazione di un cronoprogramma dell’infrastruttura e della relazione sul cronoprogramma di attuazione dell’intervento. I tempi sono stretti, il 2027. Ma da discutere c’è ancora molto.
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