All'avanguardia
10.11.2024 - 14:30
Romano di nascita, ma pontino di adozione, ha diretto per oltre un ventennio la chirurgia vascolare dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, da tre anni è il primario del reparto di chirurgia vascolare dell’Icot.
Tanta esperienza, migliaia di interventi, e «nessuna voglia si smettere perché questo lavoro mi piace», ha subito voluto rimarcare Giovanni Bertoletti. Nessuna voglia di smettere anche perché il dottore è riuscito, grazie alla volontà e alla perseveranza del presidente Emmanuel Miraglia, a centrare un importante ed ambizioso traguardo: l’accreditamento per la “sua” chirurgia vascolare all’Icot. L’ufficialità dell’importante investitura è arrivata a maggio, tempo qualche mese per organizzarsi, e a ottobre ecco i primi interventi nella modernissima chirurgia vascolare dellistituto di via Faggiana. «Patologia arteriosa, aunerismi, aorta addominale e aorta toracica, patologia carotidea sia Open sia Stent e vascolarizzazioni periferiche, oltre a tutta la patologia venosa in day hospital con tecniche moderne e radiofrequenza anziché stripper, a seconda dei pazienti naturalmente. Abbiamo una chirurgia vascolare completa in tutto e all’avanguardia», ha sottolineato il dottor Bertoletti.
Un modello a tutti gli effetti…
«Un sistema funzionante: il paziente viene indirizzato in chirurgia, c’è un servizio di segreteria efficiente, le chiamate effettuate nel rispetto della posizione in lista. Quando l’anestesista valuta e la persona riceve l’idoneità, in tempi brevi si opera».
La degenza?
«Un’altra nota positiva riguarda proprio il percorso post intervento: i pazienti dopo l’operazione passano in terapia intensiva post operatoria (e non subito nel reparto). Lì il degente viene sottoposto ad accurati controlli da parte dell’anestesista e del cardiologo, col supporto di infermieri dedicati. Se il paziente risponde bene, allora va in reparto. Più semplice il percorso della patologia venosa, che prevede un periodo di stazionamento e poi si viene dimessi. Poi sono previste visite ambulatoriali, con un importante spinta all’abbattimento delle liste di attesa. Vengono persone da tutta la regione, diciamo che per noi è un motivo d’orgoglio».
Quanto dura un intervento?
«La chirurgia della carotide prevede operazioni di circa un’ora, senza contare la fase di preparazione: i pazienti vengono operati di carotide intubati ma svegli, non sentono dolore e allo stesso tempo questo ci permette di controllare la loro attività respiratoria. E quindi la funzione cerebrale. Gli interventi endovascolari sono più veloci, l’impatto sul paziente è contenuto, le operazioni venose ancora più rapide».
Esiste una prevenzione per scongiurare questo tipo di patologie?
«Svenimenti e perdita di equilibrio sono i sintomi di possibili problemi alla carotide: gli auneri smi invece sono silenti, non avvisano, e quando si rompono l’operazione è comunque molto complicata e la percentuale di mortalità è alta: in questi casi l’unica prevenzione sono gli screening. L’ecografo permette di vedere se le dimensioni dell’aorta sono aumentate. Inoltre va tenuto conto della predisposizione delle persone, quando trattiamo pazienti con aunerismi verifichiamo se hanno fratelli e sorelle, e spesso scopriamo gli stessi problemi».
Gli stili di vita contano?
«Un corretto stile di vita può sicuramente aiutare, ma non è detto che non fumare, non bere e mangiare bene renda immuni. E’ questione di fortuna».
Chiudiamo con la vostra chirurgia vascolare all’Icot. Cosa rappresenta il reparto?
«Ci tengo a sottolineare che non siamo assolutamente un competitor della sanità pubblica, al contrario siamo un completamento, un supporto alle reali possibilità a livello di prestazioni che un ospedale può garantire. L’accreditamento dell’Icot significa che gli utenti possono essere operati nella nostra struttura privata senza pesi economici, è naturale che rappresenti un servizio in più a favore dei cittadini».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione