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Discarica, l’Ato chiude il ciclo: sì all’impianto

L’autorizzazione integrata ambientale firmata dalla Regione Lazio lo giudica tecnicamente idoneo

Discarica, l’Ato chiude il ciclo: sì all’impianto

La provincia di Latina potrà chiudere il ciclo dei rifiuti in modo autonomo, senza dover continuare a esportare parte di essi in altre regioni. Nelle scorse ore, infatti, la Regione Lazio ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) al progetto presentato dalla società Frales S.r.l. per la realizzazione di una discarica in località Sant’Apollonia, nel Comune di Aprilia. Un’infrastruttura destinata a diventare punto di riferimento per la gestione del ciclo dei rifiuti dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di Latina.
L’impianto sorgerà su un’area complessiva di circa 146 mila metri quadrati, di cui 58.110 effettivamente destinati al progetto, suddivisi tra vasche, viabilità, servizi e aree verdi. Il nuovo progetto prevede tre vasche realizzate in fasi successive, per ridurre l’impatto ambientale e aumentare la flessibilità di gestione. Il tutto sarà completato da interventi di rinaturalizzazione con essenze autoctone e coltivazione di piante officinali. Il modello, secondo quanto dichiarato dalla società frales in diverse occasioni, è quello dell’impianto di Peccioli, in provincia di Pisa, considerato uno dei migliori in Europa in quanto a sicurezza e rispetto dell’ambiente.
La discarica è stata progettata per rispondere a un fabbisogno stimato in oltre 740.000 metri cubi di rifiuti da abbancare in dieci anni, con tre codici CER autorizzati: frazioni non compostate, compost fuori specifica e rifiuti da trattamento meccanico. Tra i criteri progettuali adottati, particolare attenzione è stata posta al riutilizzo delle terre da scavo, all’assenza di interferenze con vincoli ambientali e paesaggistici e alla compatibilità idrogeologica e morfologica del sito.
Il procedimento ha visto il coinvolgimento di numerosi enti e amministrazioni: la Conferenza di Servizi, conclusasi il 14 aprile 2025, ha raccolto pareri favorevoli, con alcune prescrizioni. Favorevoli, tra gli altri, la Direzione Regionale Ambiente, la Provincia di Latina, ARPA Lazio, ASL e Consorzio di Bonifica Litorale Nord. Non favorevole, invece, il Comune di Aprilia, che ha espresso posizione contraria anche tramite la Soprintendenza competente, sollevando perplessità di carattere paesaggistico.
La Regione Lazio ha ritenuto il progetto coerente con il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, evidenziandone l’importanza strategica per l’autosufficienza dell’ATO di Latina. Nella determinazione dirigenziale n. G06469 del 23 maggio 2025, si sottolinea che il sito è risultato tecnicamente idoneo. Inoltre, è stato escluso ogni rischio di interferenza con due siti contaminati limitrofi e sono state previste specifiche misure di protezione. Il provvedimento regionale include anche le prescrizioni in materia di garanzie finanziarie, pari a oltre 9 milioni di euro complessivi per la gestione operativa e post-operativa della discarica. Tali garanzie dovranno essere fornite tramite fideiussioni o conti vincolati a favore della Regione. L’accesso dei rifiuti sarà soggetto a tariffazione regionale. L’autorizzazione ha validità di dieci anni e può essere rinnovata su istanza del gestore. La messa in esercizio dei singoli lotti sarà subordinata al collaudo delle opere e a un sopralluogo con esito favorevole. Frales sarà responsabile della conformità del progetto e degli eventuali danni ambientali, con l’obbligo di rispettare tutte le prescrizioni tecniche, urbanistiche, ambientali e sanitarie previste dal provvedimento.
Con l’approvazione della discarica a Sant’Apollonia si compie un passo decisivo verso la chiusura del ciclo dei rifiuti in provincia di Latina. Il progetto, definito strategico dalla Regione, sarà realizzato per lotti e accompagnato da rigorosi controlli ambientali, in un’area già parzialmente destinata a questa funzione da decenni.
Aspetto da non sottovalutare, poi, è il beneficio economico per i cittadini che pagano la Tari:  la spesa media regionale è ben superiore alla media nazionale e su questo incide anche il fatto che oggi i rifiuti, al termine del percorso di trattamento, vengono smaltiti in siti di stoccaggio o termovalorizzatori che si trovano fuori regione. E i costi finiscono nelle bollette. Cioè li paghiamo tutti noi.

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