L'analisi
31.08.2025 - 20:31
Riccardo Colabattista
La recente vicenda che ha visto Valeria Campagna, consigliera comunale di Latina, vittima di una violazione della privacy attraverso la diffusione di sue foto personali online accompagnate da commenti sessisti e volgari, rappresenta un ammonimento collettivo sull’uso consapevole dei social network e cui spinge a riflettere su quanto sia delicato condividere immagini o contenuti personali online, e quanta attenzione voglia essere riposta nella gestione di ciò che decidiamo di rendere pubblico. A parlarne da un punto di vista qualificato è Riccardo Angelo Colabattista, CEO di Factory M ed esperto di marketing e comunicazione.
«La recente vicenda che ha visto protagonista la consigliera comunale di Latina Valeria Campagna, a cui va la mia piena solidarietà, ci deve lasciare un insegnamento più ampio sull’utilizzo consapevole dei social network». Così esordisce Colabattista approfondendo questo aspetto che riguarda la vita digitale di tutti noi.
«Un contenuto pubblicato su un profilo social pubblico è visibile a chiunque e in assenza di restrizioni può essere scaricato, condiviso e riutilizzato da tutti. Questo assolutamente non significa che sia legittimo strumentalizzarlo o inserirlo in contesti offensivi o lesivi della dignità personale – questo va sempre denunciato in maniera forte e chiara come è stato fatto giustamente in questo caso – ma deve farci capire quanto sia delicato pubblicare nostri contenuti in rete e quanta attenzione deve esserci su ciò che decidiamo di condividere sui nostri canali social». Per Colabattista bisogna capire che nel momento in cui pubblichiamo, perdiamo il pieno controllo sull’uso che altri possono fare di quel contenuto e qui entra in gioco la dimensione della responsabilità comunicativa.
«Ogni foto, ogni parola, ogni video che pubblichiamo contribuisce a costruire la nostra reputazione digitale - spiega ancora - anche un contenuto condiviso in leggerezza, in un contesto amichevole o familiare, può essere reinterpretato, decontestualizzato e diventare oggetto di utilizzi che non avevamo immaginato».
Una riflessione che investe anche il tema, sempre più discusso, delle foto dei bambini. «Molti genitori scelgono di pubblicarle in modo spontaneo, ma non considerano che quelle immagini, una volta online, possono circolare senza controllo, finendo in scenari spiacevoli o addirittura pericolosi. Per questo credo che il messaggio da lanciare sia: selezionare con attenzione i contenuti che decidiamo di rendere pubblici; valutare sempre il contesto e le possibili conseguenze di una pubblicazione; ricordare che la reputazione digitale è un bene prezioso, che va tutelato con la stessa cura con cui tuteliamo la nostra reputazione nella vita reale». «Il caso di Valeria Campagna - conclude - è purtroppo un esempio di come il digitale possa amplificare atteggiamenti sessisti e tossici. Ma allo stesso tempo è un monito a tutti noi: la libertà di espressione sui social deve sempre accompagnarsi a consapevolezza e responsabilità.
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