Il caso
07.09.2025 - 15:00
Don Leonardo Pompei
A Sermoneta continua a crescere la mobilitazione dei fedeli in favore del parroco don Leonardo Pompei, sospeso dal suo incarico dal vescovo Mariano Crociata dopo aver organizzato una diretta YouTube a dispetto di un preciso mandato di silenzio dai social.
Il quadro della vicenda
Don Leonardo, conosciuto per la sua intensa attività online (con un canale YouTube da circa 77 mila iscritti) è stato sospeso "a divinis" il 4 settembre, e dispensato dall’obbligo di indossare l’abito ecclesiastico o presentarsi in pubblico come sacerdote.La sospensione segue una decisione già anticipata dal vescovo il 2 settembre, che vietava al sacerdote qualsiasi attività sui social media o incontri parrocchiali. Tuttavia, Pompei ha violato il precetto convocando una diretta per i fedeli, dichiarando pubblicamente di non sentirsi più in comunione con la gerarchia ecclesiastica e di rifiutare la liturgia del Concilio Vaticano II .
Arriva la risposta dei fedeli
In risposta, un gruppo di fedeli della parrocchia di Santa Maria Assunta in Cielo ha scritto una lettera indirizzata al vescovo, esprimendo dolore per la decisione e chiedendo maggiore vicinanza spirituale alla comunità. Nella lettera si sottolinea l'importanza della presenza visibile del pastore tra i fedeli, di relazioni autentiche e di dialogo, anche attraverso strumenti come i social. I firmatari fanno appello a una Chiesa che cura, accoglie e accompagna, non che isola o allontana, richiamando il messaggio di Papa Francesco: "Conoscere l'odore delle pecore" è una consegna profetica per ogni pastore .
La lettera integrale
Eccellenza Reverendissima Mons. Crociata, ci rivolgiamo a Lei con il cuore di figli che guardano al proprio padre e pastore. La Chiesa ci ricorda che il Vescovo è segno visibile dell’unità e pastore del gregge (cfr. *Lumen Gentium* 23). Per questo motivo sentiamo il dovere di aprirLe il nostro cuore. Molti fedeli della nostra diocesi avvertono un senso di distanza dal loro pastore. Una distanza non tanto geografica, quanto spirituale ed esperienziale. Ci si chiede: dove risuona la voce del pastore in mezzo al suo popolo? Dove si rende visibile la sua presenza che incoraggia, sostiene e ascolta? La comunità ecclesiale si nutre non solo dei sacramenti e della Parola, ma anche della vicinanza concreta di chi è chiamato a guidarla. Alcuni trasferimenti di sacerdoti, motivati forse da esigenze organizzative, hanno tuttavia lasciato smarrimento, perché quei presbiteri avevano saputo radunare comunità vive, animate dallo Spirito e frequentate da giovani che riscoprivano la fede. È difficile comprendere perché proprio là dove germogliavano relazioni autentiche e speranza, sia stato posto un freno invece che un incoraggiamento. Il Signore stesso ci ha lasciati liberi nel pensiero e nel cammino, ma sempre chiamati all’unità nella diversità. La comunione non si costruisce eliminando le differenze, bensì trasformandole in ricchezza. Uscendo dai confini della nostra provincia, vediamo chiese vive, animate da parroci che utilizzano tutti i mezzi possibili per avvicinare chi è lontano dalla fede: social, linguaggi nuovi, pastorale di prossimità. Queste comunità non retrocedono, ma crescono, attirando non solo anziani, ma anche giovani. Eccellenza, la nostra non vuole essere una critica sterile, ma una supplica: torni ad abitare più da vicino il cuore del suo popolo. Ci mostri che la voce del pastore non si limita a richiamare all’ordine, ma a prendersi cura, a condividere, a rischiare insieme con le sue pecore. Solo così la nostra Chiesa potrà passare dalla stanchezza alla speranza, dalla paura alla gioia del Vangelo. Conoscere l’odore delle pecore non è un’espressione retorica, ma una consegna profetica che Papa Francesco ha affidato ai pastori. E noi, come gregge, desideriamo respirare questa vicinanza. Con rispetto e affetto filiale,fedeli uniti in Cristo.
Prossimi sviluppi
Nel frattempo, a Sermoneta è subentrato don Giovanni Castagnoli come amministratore parrocchiale. È inoltre atteso il giudizio del Dicastero per la Dottrina della Fede, che esaminerà le dichiarazioni online del sacerdote e deciderà eventuali sviluppi successivi
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