L'iniziativa
09.12.2025 - 21:00
L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada chiama a raccolta residenti, operatori e famiglie per un corteo pacifico con partenza da Piazza dei Navigatori e arrivo fino all’area interdetta del ponte Mascarello. L’appuntamento è fissato per sabato 13 dicembre. Una iniziativa che nasce dalla necessità di chiedere finalmente risposte per una infrastruttura fondamentale per la comunità dei borghi marinari.
Il ponte, chiuso da oltre quindici anni a seguito di criticità strutturali, continua a rappresentare un punto dolente per la viabilità locale. La sua chiusura ha determinato un isolamento progressivo della fascia costiera, costringendo chi vive e lavora nell’area a percorsi alternativi lunghi e congestionati, con effetti evidenti sul traffico, sui servizi e sull’economia turistica. Ad organizzare la protesta è L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, guidata da Giovanni Delle Cave.
«Si tratta di un immobilismo non più accettabile – sottolineano i promotori – perché la sospensione della viabilità non ha solo peggiorato gli spostamenti, ma ha inciso sulle attività economiche, sui servizi e sulla percezione di vivibilità della zona». Il corteo si muoverà lungo via Valmontorio occupando una sola corsia, con modalità pacifiche e ordinata partecipazione.
Nel corso degli anni non sono mancati annunci, impegni formali e protocolli istituzionali che avrebbero dovuto portare alla ricostruzione dell’infrastruttura. Tuttavia i lavori non sono mai partiti e l’area continua a presentarsi come una ferita urbana non sanata. La vicenda viene indicata dagli organizzatori come simbolo di una gestione poco efficace e di una lunga fase di stallo amministrativo.
Il Ponte Mascarello rappresenta un punto strategico per i collegamenti verso Foce Verde e l’intera litoranea sud. La sua riapertura favorirebbe la distribuzione dei flussi durante il periodo estivo, agevolerebbe residenti e turisti e contribuirebbe a un assetto più funzionale della viabilità. Per questo, la protesta vuole riportare la questione in cima all’agenda politica e amministrativa.
L’invito rivolto alla cittadinanza è ampio e trasversale: «Serve una mobilitazione compatta, senza divisioni – spiegano gli organizzatori – perché questo non è un tema di appartenenza politica, ma una questione di diritti e servizi».
Quella di sabato mira a riaprire un dossier rimasto congelato troppo a lungo, chiedendo trasparenza sui tempi, sulle risorse e sulle responsabilità. In un territorio che punta allo sviluppo turistico e alla riqualificazione del waterfront, avere un’infrastruttura chiusa da quindici anni rappresenta una contraddizione evidente.
La manifestazione si concluderà con un incontro informale nei pressi del ponte, momento in cui verranno raccolte adesioni, testimonianze e richieste di intervento. Un modo per trasformare la protesta in un punto di partenza concreto, con l’obiettivo dichiarato di non fermarsi finché non arriverà una risposta chiara e definitiva.
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