Mentre le nuove tecnologie stravolgono le comunicazioni e gli stili di vita, anche all'interno delle famiglie, le droghe continuano a rappresentare uno dei più grandi fattori di rischio per la crescita degli adolescenti. Per tenersi al passo con i tempi e interpretare in maniera corretta i campanelli d'allarme, un gruppo di genitori ha deciso di confrontarsi su questi tempi e lo ha fatto chiedendo aiuto alle istituzioni che ogni giorno hanno a che fare con gli effetti delle devianze giovanili. Ha riscosso un buon seguito l'iniziativa "Stupefacenti e nativi digitali: nuovi scenari e sfide educative" ospitata dai locali della parrocchia Santa Rita, un evento organizzato dall'associazione impegnata nel sociale "Papà in Campo" proprio per aiutare i genitori a prendere coscienza su quei rischi che resistono alle mode.
Ad aprire il dibattito è stato l'intervento di Stefano Savino, per 13 anni primario del reparto di neurochirugia dell'ospedale "Goretti" di Latina, che ha spiegato come siano stati accertati i danni provocati dal consumo abituale di droghe: «Il rischio di atrofia cerebrale è concreto, soprattutto nei giovani assuntori. Non parliamo solo di danni neurologici, ma anche di un deterioramento anatomico vero e proprio».
L'assistente sociale Francesca Guerra ha illustrato quei fattori che espongono maggiormente i giovani al rischio tossicodipendenza. «L'adolescente è più vulnerabile - ha spiegato - vivendo una situazione transitoria delle emozioni, per la presenza o meno di fattori protettivi, caratteristiche della personalità in generale. L'adolescente vive in balia di forze contrapposte, dipende dai propri genitori ma lotta per l'indipendenza. La sperimentazione del consumo di droga non porta per forza alla dipendenza, sono diversi i fattori che concorrono, dalla genetica all'ambiente che circonda il giovane, fino ad arrivare alle caratteristiche personali. È fondamentale insegnare ai ragazzi a la gestire frustrazione attraverso una buona dose di regole ferme e coerenti, è un allenamento importante già dalla prima infanzia per tirare fuori tratti personalità. In questo il ruolo del genitore è insostituibile».
A spiegare nel dettaglio gli effetti delle singole droghe è stato poi l'operatore di strada Daniele Pagani, esperto di polidipendenze de "Il Grande Carro", progetto di prevenzione, informazione, consulenza e sostegno su droghe e alcol della cooperativa sociale Astrolabio. «Per noi operatori di strada - ha spiegato - un tempo era più facile intervenire, i giovani li trovavamo attorno ai muretti e nelle piazze. Con l'avvento degli smartphone tutto è cambiato, vediamo che i ragazzi sono in un posto, ma poco dopo si spostano. Si denota alienazione nei rapporti tra i ragazzi e le droghe stesse sono cambiate, più alienanti rispetto al passato. È il trattamento chimico a fare la differenza ora. Si inizia pensando di poterne uscire e del resto chi sperimenta non per forza diventa tossicodipendente, ma troviamo giovani molto demotivati. I genitori dovrebbero aiutarli a sviluppare senso critico».
Non ha fatto mancare il proprio apporto la Polizia di Stato. A parlare ai genitori è stato l'ispettore Mirko Snidaro, coordinatore della sezione antidroga della Squadra Mobile della Questura di Latina: «Le statistiche ci rivelano che l'abuso di droghe è crescente tra minori. Le stime ci parlano del 70% della popolazione studentesca che ha fatto uso di stupefacenti almeno una volta. Anche solo per disinformazione o curiosità. Riteniamo che uno degli strumenti fondamentali, per i genitori, sia la comunicazione. Serve innanzitutto maggiore attenzione ai comportamenti dei propri figli, ma la comunicazione è fondamentale per affrontare il problema. Prima di tutto in famiglia, poi a scuola e con gli altri genitori. E bisogna rivolgersi alle forze dell'ordine subito».
L'iniziativa
La droga al tempo dei social, la lotta dell'associazione dei papà
Latina - Stupefacenti, nuovi scenari e sfide educative Il confronto organizzato da un’associazione di genitori