Le onde elettromagnetiche sono dannose per la salute? Non c'è una risposta univoca. Di certo aumentano di anno in anno sul territorio: a Terracina erano 25 nel 2007, 44 nel 2015, stando agli ultimi censimenti. Se ne è tornato a parlare con l'arrivo in piazzale Donatori di sangue di una stazione radio di Wind, che ha vinto la causa al Tar contro il Comune, e scatenato le proteste dei cittadini. La risposta dell'amministrazione comunale è stata sempre più o meno la stessa: un Comune può poco contro le società, tutelate dalla normativa nazionale.

Agenda 21, però, come forum consultivo istituito dal Consiglio comunale proprio per occuparsi di sostenibilità e ambiente, fornisce in questi giorni materiale sufficiente per ricredersi. Se i gestori di telefonia in questi anni hanno installato antenne non è stato per la normativa nazionale favorevole, bensì per un piano delle antenne e un regolamento inadeguati. Lo disse anche il Tar, nel 2015, quando bocciò il ricorso dell'ente invitandolo a una «rielaborazione a motivo della mutata situazione normativa e tecnologica» del piano. Percorso mai intrapreso.

Ma adesso è arrivata l'ora. Altrimenti si continuano a contare i danni: economici per le spese legali; e sociali per i conflitti che si creano nella società civile. Agenda 21 mostra che con un piano delle antenne e un regolamento ben fatti, il Comune può stare alla regia. A provarlo, una lista di sentenze. Come quella del marzo 2013 della Cassazione che dice: «Se un Comune ha un Piano delle Antenne valido può imporre la delocalizzazione degli impianti ed impedire inoltre che su quelli esistenti possano arrivare altri gestori o altre tecnologie». Non solo. A Massa, in Toscana, il Tar ha negato l'installazione di un'antenna sul tetto di un ospedale e non perché era un'area sensibile (Arpat aveva dato l'ok), ma perché «il Comune ha ritenuto di garantire la copertura del servizio di telefonia mobile mediante l'individuazione di due localizzazioni alternative». A Bolzano è stato respinto il ricorso di Telecom perché «il Regolamento e l'accluso Piano paiono consentire, nel contemperamento degli opposti interessi pubblici e privati, localizzazioni comunque idonee anche se alternative a quelle proposte dai gestori». Con un piano studiato e realizzato da esperti al generico diniego si sostituisce una localizzazione ragionata. Il Praeet terracinese risale al 2009. Agenda 21 invita ad aggiornarlo, come peraltro deciso all'unanimità dal Consiglio comunale.