Partiamo dalla base: l'economia della provincia di Latina non era messa bene all'inizio di quest'anno e si stava lambiccando il cervello per trovare una via d'uscita e di resurrezione.
E' in questo contesto che è calato il terremoto del coronovirus. Dalla data della pubblicazione dell'ultimo decreto con la possibilità di presentare le domande di assistenza al reddito è scattata una vera e propria ondata di istanze. Molte, come sappiamo passano direttamente all'Inps dal pc di singoli professionisti e partite Iva. Poi c'è un blocco di cui è persino difficile calcolare il numero che, invece, transita dai Caf, dai sindacati di categoria, dalle sedi delle organizzazioni datoriali.
Questa settimana segna il picco massimo del lavoro per dipendenti, funzionari, direttori, responsabili apicali di tutte le associazioni economiche, le quali non hanno, nemmeno loro, ben chiaro il quadro di riferimento.
La macchina delle richieste per l'accesso alle sospensioni dei mutui, dei prestiti d'impresa, della tassazione e per ottenere la cassa integrazione è in moto ma deve fare i conti anch'essa con le limitazioni imposte ai lavoratori del settore dell'assistenza fiscale, previdenziale, creditizia. E' come se un esercito stesse caricando sul collo di un imbuto che deve smaltire a scartamento ridotto proprio adesso che debbono essere rispettate le regole anti contagio.
Le imprese interessate sono vicine ad una quota del 90% e i lavoratori che entreranno nel circuito della cassa integrazione legata alla quarantena sono migliaia, in concreto tutto il settore privato eccezion fatta per le aziende strategiche che stanno continuando a produrre.