Riprende oggi il dibattimento per il secondo troncone di Alba Pontina, il processo che vede come principale imputato Armando Di Silvio detto Lallà. L'emergenza dovuta al coronovirus ha inciso anche su processi come questo, nel quale ci sono imputati in stato di detenzione in carcere e che, per legge, non dovrebbero subire ritardi né interruzioni.
In aula sono attesi altri testi della pubblica accusa, rappresentata dai sostituti Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro, per proseguire la ricostruzione dei fatti contestati, ossia la rete di potere criminale che Armando Di Silvio e i figli avrebbero steso sulla città almeno fino a giugno del 2018, data degli arresti chiesti dalla Direzione Distrettuale antimafia di Roma e ritenuti necessari dal Tribunale in considerazione della gravità dei fatti e della loro ripetizione con metodo mafioso.

Due dei testi d'accusa ritenuti fondamentali sono stati già sentiti, si tratta appunto dei due pentiti del clan, Renato Pugliese e Agostino Riccardo. In questo stesso dibattimento sono stati inoltre ascoltati a dicembre due avvocati del foro di Latina cui membri del sodalizio avevano estorto del denaro a suon di minacce praticamente quotidiane.
Drammatica, in particolare, la ricostruzione di uno di loro. L'escussione dei testi va assumendo carattere sempre più rilevante in questa storia poiché si sta replicando quanto già visto in altri procedimenti in capo ai Di Silvio, ossia timori e ritrattazioni di quanto denunciato.