Traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e autoriciclaggio con al centro il Centro Rottami di via Grotte di Nottola a Cisterna. E' terminata intorno alle 17 di ieri l'udienza davanti al Tribunale del Riesame a cui gli avvocati Giuseppe Napoleone e Marta Cesni, lo stesso giorno in cui i loro due assistiti Leopoldo e Gennaro Del Prete venivano tratti in arresto, avevano fatto subito ricorso. Il giudice si è preso del tempo per valutare tutte le carte depositate e tra oggi e domani dovrebbe decidere se scarcerare Leopoldo e rendere più libero Gennaro. La difesa ha infatti contestato fortemente l'ipotesi della possibile reiterazione del reato che avrebbe di fatto portato Leopoldo, titolare della Centro Rottami, in carcere.

L'azienda, d'altronde, è stata sequestrata e affidata a due custodi giudiziari. non solo. La richiesta di scarcerazione si basa anche sulla recente "direttiva" che il presidente della Corte di Cassazione ha inviato agli uffici giudiziari con cui invitava a ponderare l'applicazione delle misure cautelari in un momento come questo in cui si dovrebbe fare di tutto per contrastare il diffondersi del contagio. Leopoldo Del prete si trova rinchiuso in una cella di sei metri quadrati con altri due detenuti. Altri soggetti, condannati peraltro, hanno lasciato il carcere per meno. Un altro punto su cui si basa il ricorso ma anche l'intera probabile tesi difensiva, è il fatto che la normativa che rende obbligatorio l'iscrizione dei conferitori all'albo sarebbe, è del primo gennaio 2019, i fatti contestati invece precedenti.

In attesa di conoscere la decisione del giudice del Riesame la stessa difesa ha annunciato la deposizione di alcuni documenti che erano stati "stranamente" non acquisiti durante i blitz e le perquisizioni. In particolare il documento che potrebbe smontare l'accusa di riciclaggio e autoriciclaggio in merito all'acquisto di un grosso capannone per 800mila euro. «Non posso entrare nello specifico - ci dice l'avvocato Napoleone -, ma quel documento prova non solo il fatto che la Ginovi ha restituito i soldi alla Centro Rottami, soldi peraltro girati con assegni tracciati, non certo in modo poco chiaro, ma anche che si trattava di una attività del tutto alla luce del sole. Tanto che proprio per chiedere e ottenere quel mutuo, che un istituto di credito non concede certo con facilità, proprio Leopoldo ha fornito garanzie personali. Se questo è autoriciclaggio...». L'avvocato sottolinea che tutti gli 800 mila euro, il 3 dicembre 2018 sono tornati alla Centro Rottami.

Chi invece la decisione del Tribunale del Riesame l'ha conosciuta subito, proprio ieri, sono due degli altri soggetti finiti in carcere lo scorso 21 maggio quando, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Roma, 27 persone sono state raggiunte da Nipaaf della Forestale, Carabinieri, Polizia locale e Guardia di Finanza per notificare l'ordinanza che imponeva la detenzione in carcere a 14 di loro, e gli arresti domicilairi agli altri 13, sono Giorgio Antonetti (difeso dall'avvocato Alessandro Farau) e Vito Prò (rappresentato dall'avvocato Maurizio Forte). A loro il giudice ha concesso la scarcerazione e imposto la detenzione domiciliare.