Ora non si è più nel campo delle indiscrezioni: il vaccino co-prodotto dalla divisione Advent della Irbm di Pomezia e dallo Jenner Institute dell'università di Oxford sta dando risposte molto positive.
Lo si evince da uno studio pubblicato sulla rivista Lancet, all'interno del quale si riportano i risultati dei 56 giorni di osservazione su 1.077 volontari sani cui è stato iniettato il vaccino, relativamente alle fasi 1 e 2 dei test. 

Nello specifico, è stato riscontrato lo sviluppo di anticorpi e globuli bianchi utili a combattere il virus del Covid-19: in altri termini, la risposta immunitaria e anticorpale degli uomini vaccinati è importante, ma al momento non è possibile stabilire se ci sia un'efficacia definitiva nella lotta contro il nuovo Coronavirus. Anzi, non si esclude che possa essere necessaria una seconda dose di antidoto proprio per rafforzare la reazione al virus che sta spaventando il mondo, anche se nel 95% dei volontari gli anticorpi si sono quadruplicati in un solo mese.

«C'è ancora molto lavoro da fare prima di poter confermare se il nostro vaccino aiuterà a gestire la pandemia di Covid-19, ma questi primi risultati sono promettenti - ha commentato ieri la professoressa Sarah Gilbert, responsabile del team italo-britannico che sta lavorando sulla sperimentazione del candidato vaccino ideato a Pomezia -. Saranno necessari altri approfondimenti, oltre ai nuovi test negli studi di fase 3. Inoltre, dobbiamo saperne di più sul virus: non sappiamo ancora quanto sia forte la risposta immunitaria che dobbiamo provocare per proteggere efficacemente dal contagio da Sars-Cov-2. Se il nostro vaccino sarà efficace, risulterà comunque un'opzione promettente per produrre su larga scala questi tipi di vaccino».

Il primo a commentare le buone notizie arrivate da Oxford è stato il premier inglese, Boris Johnson, fresco di prenotazione di altre 90 milioni di dosi del vaccino in caso di successo della sperimentazione: «Questa è una notizia molto positiva - ha scritto su Twitter -. Un grande ‘ben fatto' ai nostri scienziati e ricercatori brillanti e di fama mondiale dell'università di Oxford. Non ci sono garanzie, non ci sono ancora e saranno necessari altri trail, ma questo è un importante passo nella direzione giusta».
Anche il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, ha commentato i primi risultati della sperimentazione sull'uomo: «Servono ancora tempo e prudenza, ma i primi riscontri scientifici sul vaccino dell'università di Oxford, il cui vettore virale è prodotto a Pomezia e che verrà infialato ad Anagni sono incoraggianti. L'Italia, con Germania, Francia e Olanda, è nel gruppo di testa per questa sperimentazione. Continuiamo a investire sulla ricerca scientifica come chiave per sconfiggere il virus».