Le somme contestate agli indagati oscillano tra i 4, gli 8 e gli 11mila euro per un totale complessivo di oltre 50mila euro.
In sei rischiano di finire sotto processo per una truffa ai danni dell'Inps relativa alle indennità di disoccupazione inviate da alcuni iscritti che si sono rivelate in realtà un raggiro. E' questa l'ipotesi degli investigatori nell'ambito di una inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, titolare del fascicolo, nata subito dopo una denuncia presentata dall'Inps in Procura. L'ente di via Cesare Battisti figura come parte offesa nel procedimento penale che è stato aperto sulla scorta di diverse anomalie riscontrate nei documenti presentati dalle sei persone finite sotto indagine che chiedevano il sussidio dopo che avevano perso il posto di lavoro.


I sei indagati nel dicembre del 2016 hanno presentato una istanza di disoccupazione per ricevere l'indennità di disoccupazione. In questo caso è la Naspi (nuova assicurazione sociale per l'impiego), si tratta di una indennità mensile che riguarda la disoccupazione involontaria a decorrere dal primo maggio del 2015. I soldi sono erogati a domanda dell'interessato che invia i documenti richiesti.
Secondo i riscontri raccolti dagli investigatori, gli indagati hanno dichiarato di essere stati dipendenti di una azienda per periodi diversi, dal 2010 al 2016. In un secondo momento quando l'Inps ha cercato di tracciare le richieste e sono partite le verifiche per accertare l'autenticità delle domande, sono emersi degli aspetti singolari che hanno portato ad ipotizzare un raggiro ai danni dell'ente previdenziale.