Sono stati abili a non lasciare tracce al momento di entrare in azione per rapinare l'imprenditore agricolo di 69 anni che vive solo nella zona tra Borgo Montello e Borgo Bainsizza, ma i tre spietati banditi che l'hanno sequestrato in casa, gli hanno legato le mani e l'hanno e picchiato a lungo con la convinzione che nascondesse una somma importante di denaro, potrebbero avere compiuto la leggerezza di studiare la zona nei giorni precedenti al colpo, esponendosi al rischio di essere visti da qualcuno e ripresi dalle telecamere di video sorveglianza del circondario. Una possibilità neppure troppo remota che gli investigatori inseguono con convinzione. Per questo le indagini sembrano orientarsi sempre di più sull'analisi del territorio nel quale è entrata in azione la banda.

Stando a una prima ricostruzione dei fatti, sembra evidente che la banda sia stata imbeccata da una persona ben informata. Perché l'imprenditore non è uno di quei personaggi che danno nell'occhio agli estranei: conduce una vita modesta, senza ostentare ricchezze, ma non può essere escluso che circolasse, in quella zona, la convinzione che avesse importanti disponibilità economiche. Una voce che potrebbe essere arrivata alle orecchie sbagliate. E non è del tutto escluso che i rapinatori siano locali, ma l'esperienza porta gli investigatori a ritenere che possa essersi trattato di gente arrivata da un altro contesto territoriale per mettere e a segno il colpo senza essere riconosciuta in quella zona della periferia di Latina. E proprio per questo i detective non escludono che, prima di agire, i banditi o almeno uno di loro possa avere studiato il territorio attorno all'abitazione della vittima, per vagliare i percorsi da intraprendere e le possibili vie di fuga da tenere bene a mente nel caso in cui le cose fossero andate male. Forti di questa possibilità, i poliziotti scavano nei giorni precedenti alla ricerca di tracce concrete dei banditi.