Arriva una svolta nelle indagini sul tentato omicidio di un vigilante 54enne di Aprilia avvenuto alle 4.30 di questa mattina nell'interporto di Santa Palomba, a Pomezia.

Nelle ore successive alla scoperta dell'uomo ferito, infatti, i carabinieri sono riusciti a risalire al presunto autore dell'aggressione: si tratta di un uomo di 19 anni di Aprilia, collega di lavoro della vittima di quello che è stato rubricato come un tentativo di omicidio.

Raggiunto nella casa apriliana, il vigilante è stato fermato e portato in caserma, dove è stato interrogato per alcune ore: messo "sotto torchio", l'uomo ha ammesso le proprie responsabilità, spiegando di aver colpito il collega alla testa con una cesoia (oggetto in dotazione al loro Corpo di vigilanza non armata, ndr) durante la lite scaturita per futili motivi. Poi, resosi conto della situazione, per paura ha abbandonato il posto di lavoro e ha fatto ritorno a casa.

I carabinieri, a quel punto, lo hanno arrestato per l'ipotesi di reato di tentato omicidio e lo hanno accompagnato nel carcere di Velletri.

Ha i caratteri di un giallo quanto avvenuto attorno alle 4 di notte a Pomezia, in via della Zoologia, nella zona dell'interporto che si trova accanto alla stazione ferroviaria di Santa Palomba.

Un addetto alla vigilanza è stato trovato in un lago di sangue all'interno del gabbiotto che si trova all'ingresso del deposito delle Ferrovie dello Stato: a notare il corpo privo di sensi e con una profonda ferita alla testa è stato un autotrasportatore che, dovendo uscire, si era avvicinato alla sbarra senza ottenere la sua apertura. Sceso dal camion ha raggiunto il gabbiotto e ha trovato l'uomo ferito: a quel punto ha chiamato i soccorsi, giunti sul posto con un'ambulanza del 118.

Il personale sanitario ha dapprima portato il ferito al Pronto soccorso della clinica "Sant'Anna" di Pomezia e poi, data la gravità delle lesioni, è stato disposto il trasferimento al "San Camillo" di Roma: la prognosi dell'uomo è riservata.

Sul posto, per avviare le indagini di rito, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Pomezia.

di: Francesco Marzoli