Nelle due attività commerciali che gestisce nel centro di Latina, come del resto nell'appartamento dove vive, si era allacciata abusivamente alla rete di distribuzione dell'energia elettrica, riuscendo a consumare nel giro di due anni ben 52.000 euro di corrente senza pagare neppure un euro di bolletta. Almeno fino all'altra sera, quando è stata scoperta dai tecnici dell'Enel e arrestata dai Carabinieri della Compagnia di Latina: una donna di nazionalità marocchina di 51 anni è finita in manette per furto aggravato di energia elettrica e nel frattempo è stata anche processata, condannata a un anno e mezzo di reclusione, ma è tornata subito in libertà potendo beneficiare della sospensione della pena.

L'operazione è il frutto della sinergia tra Enel e reparti territoriali dell'Arma dei Carabinieri. Il gestore della rete di distribuzione dell'energia elettrica è da sempre impegnato, infatti, in una campagna di controlli sempre più puntuale per contrastare la dispersione della corrente e in particolar modo di individuare e perseguire quegli utenti che riescono ad allacciarsi abusivamente, oppure coloro i quali, non è meno frequente, possono ridurre sensibilmente il conto delle bollette modificando i contatori, anche quelli più moderni e tecnologici.

Attraverso metodi di analisi dei flussi dell'energia erogata nella rete, sempre più efficaci e stringenti, gli ispettori dell'Enel sono arrivati appunto alla donna nordafricana che da diversi anni vive a Latina, individuando appunto un'erogazione anomala della corrente rispetto alle utenze note in una zona specifica della città. Proprio col supporto dei Carabinieri di Latina, intervenuti con una pattuglia della Sezione Radiomobile, i tecnici hanno scoperto che le due attività commerciali gestite dalla donna, non facevano registrare consumi ufficiali, ovvero i contatori non segnavano il transito di energia elettrica, come se i negozi fossero chiusi.

Verificando l'impianto insieme ai militari del maggiore Carlo Maria Segreto, gli specialisti dell'Enel hanno scoperto che entrambi gli esercizi commerciali, ovvero un panificio all'inizio di via Villafranca e una macelleria di viale Vittorio Veneto, erano allacciati direttamente alla rete elettrica, aggirando i contatori regolarmente installati dal gestore. Ovvero attraverso un cavo elettrico, il sistema di lettura dei consumi era stato baipassato. E lo stesso sistema, neanche a farlo apposta, è stato riscontrato nell'abitazione che la donna condivide con la famiglia, con utenze a lei intestate.