Non si è trattato di un omicidio volontario, ma di un omicidio preterintenzionale. Questo è quanto hanno sottolineato ieri, nel corso della penultima udienza del processo, gli avvocati che difendono Eduardo Di Caprio, il trentaseienne di Scauri accusato di aver investito mortalmente il ventisettenne di Minturno, Cristiano Campanale. Ieri dopo tre settimane di stop, si è svolta l'altra udienza presso il Tribunale di Cassino, davanti al GUP, Salvatore Scalera. Sono intervenuti i legali che assistono Eduardo Di Caprio, gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Domenico Iaderosa. I due difensori dell'imputato, per il quale il Pm ha chiesto la condanna all'ergastolo, hanno puntato sul fatto che il loro cliente non aveva intenzione di uccidere e quindi hanno chiesto la derubricazione dell'accusa da omicidio volontario ad omicidio preterintenzionali. Una tesi opposta a quanto asserito dalla pubblica accusa e dai legali della famiglia Campanale, Roberto Palermo e Attilio Di Nardo; ovviamente sulla stessa linea anche gli avvocati Vincenzo Ponti, che tutela l'altro fratello e Piergiorgio Di Giuseppe, che è il legale degli altri familiari. Nel corso degli interventi degli avvocati oltre alla richiesta di condanna si è parlato anche di cifre di risarcimento; per i familiari più stretti la richiesta è stata di cinquecentomila euro a testa, mentre per gli altri parenti che si sono costituiti, la richiesta è di centocinquantamila euro a persona. Tutti, nel corso delle precedenti udienze, hanno ribadito la volontarietà dell'atto, in quanto non ci sarebbero dubbi sulla dinamica dell'evento. Inoltre hanno precisato che anche senza la presenza del segnale l'investimento avrebbe provocato conseguenze letali, vista la volontà dell'imputato. Come si ricorderà, infatti, la Citroen condotta dal Di Caprio, il 25 gennaio dell'anno scorso, si diresse verso Cristiano Campanale, che si trovava davanti al negozio dello stesso imputato, in via Antonio Sebastiano. L'auto salì sul marciapiede e urtò violentemente un segnale stradale, che finì sulla testa della vittima, il quale morì all'istante. Lo stesso Di Caprio scese dalla macchina ed aggredì anche il fratello Andrea. Il processo, come è risaputo, sta procedendo con rito abbreviato, chiesto dai difensori dell'indagato dopo che il Gip del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, aveva disposto il giudizio immediato per Di Caprio, fissando l'udienza per il cinque novembre scorso.