Testi unici, norme per la trasparenza, per favorire la concorrenza e l'alternanza tra le varie ditte in modo da favorire l'economia locale. Tutto inutile, tutto superato da una gestione della cosa pubblica che dalle carte dell'inchiesta appare quanto meno personalistica e che ora dovrà anche essere confermata in aula. Quello che emerge nell'agire del sindaco di Artena Felicetto Angelini (tratto in arresto nell'ambito di una indagine dei Carabinieri che vede 22 indagati) e di alcuni membri della sua Giunta oltre che di alcuni dipendenti del Comune, è «la sussistenza di un vero e proprio sodalizio criminale tra i vari indagati che si aiutano a vicenda per superare ogni possibile problematica di tipo amministrativo pur di raggiungere il loro intento illecito». Procura e Gip di Velletri ritengono che «le condotte contestate rilevano una particolare tendenza a delinquere, priva di remore e freni inibitori al fine di procurarsi ingiusti profitti».


Il fatto più grave probabilmente, quello da cui muove l'inchiesta e che ha portato all'allontanamento della responsabile dell'Ufficio Bilancio che si era rifiutata di firmare un documento falso e che anzi, aveva portato alla luce una situazione economica da pre-dissesto, è riuscito in pieno. La dipendente che non si riusciva a domare e ad assoggettare, alla fine ha preso servizio presso un altro Ente e ha anche perso un ricorso in Tribunale. Di questo il sindaco Angelini - emerge dalle intercettazioni - si vanta anche con un altro sindaco, primo cittadino di un paese molto vicino ad Artena, che gli chiede, addirittura, consigli su come liberarsi di un responsabile finanziario, ancora in prova. I due sindaci decidono di incontrarsi, nell'ufficio di Felicetti il 16 gennaio 2019 e qui vengono registrati. Il sindaco "vicino" afferma «senti io sono venuto per chiederti dei consigli, io ho purtroppo preso una ragioniera che non vale un cazzo». Ad Angelini chiede cosa ha fatto con la sua responsabile: «Io - risponde Angelini - gli ho fatto proprio la lettera di recesso», «Perfetto - risponde l'altro sindaco - e io quello voglio fare». Il problema però, il sindaco di Artena oramai lo sa bene, è che per liberarsi anche dopo il periodo di prova, di una dipendente, si devono avere delle basi solide. E inizia a consigliare all'amico sindaco del paese vicino di fare, già da quel momento «contestazioni, un ritardo nel servizio che cazzo ne so, te devi inventare qualcosa ma unilaterale... io uno dei pochi vulnus che ho è che non gli ho fatto troppe lettere di contestazione...». Angelini consiglia all'amico di coinvolgere nelle contestazioni anche il segretario comunale ma l'altro deve ammettere che «non ho neanche il segretario». Dalla loro conversazione emerge il reale motivo dell'allontanamento della responsabile: «Lei mi aveva fatto la relazione per il predissesto... Appena arrivata mi parli di predissesto, quelli che stavano prima di te qua che hanno fatto da Petrassi a... che hanno fatto?». Poi arriva anche ad affermare: «Ste persone sono deleterie - e poi rivolto all'amico sindaco - quando la cacci? Una volta che passa... te la tieni a vita». Angelini lo ripete come un mantra: «Tu ti devi inventare qualche contestazione».
L'accordo col consigliere di opposizione


Al sindaco, sembra emergere dalle indagini, non piaceva certo essere contrariato. Alla fine del 2018 a seguito della dichiarazione di decadenza di una consigliera, poi annullata, viene presentata una mozione di sfiducia al sindaco. Il presidente del consigli comunale la boccia, ma la prefettura, su richiesta dei firmatari intima all'assise di convocare il Consiglio per votarla. Il sindaco ritiene di non ritenere valida la diffida del Prefetto di Roma, ma la Prefettura, pochi giorno dopo, convoca d'autorità l'assise. Prima dello svolgimento del Consiglio, però, arriva l'ordinanza del Consiglio di Stato che blocca i lavori. In questo periodo di tempo, poco più di un mese, il sindaco viene però intercettato mentre incontra, a più riprese, il primo firmatario della mozione. «Ti chiedo un gesto di responsabilità... ti do una mano in tutto e per tutto anche da subito Armando, però qui mi devi aiutare a resistere a questo gioco». Poi aggiunge: «Qui l'unico che mi interessa sei tu perché i Fabrizio, Silvia, Mario... i 4 traditori, quelli sono 4 traditori, io sono in difficoltà perché hanno mancato alla parola data e non si sono dimessi, se si fossero dimessi io stavo tranquillo». Angelini vuole che Conti, che potrebbere l'ago della bilancia di fronte a 8 voti pro e 8 contro, voti contro la sfiducia: «Non ti chiedo di entrare in maggioranza, ma di appoggiare una proposta giusta. Perché non dovresti farlo?». Conti per gli inquirenti sarebbe da subito allettato dall'idea di un guadagno: «Io la sfiducia penso di non votartela, io devo solo motivare la mia posizione però non con la sfiducia, ma con l'astensione». Angelini non ci sta e vuole un voto contro la sfiducia. Cosa riceverebbe in cambio il consigliere i minoranza? «Ho una società che è pronta subito a darti un incarico Arma' e poi se tu mi dai una mano te l'ho già detto, contatto in tua presenza l'ingegnere...». Il sindaco si offre anche di aiutare Conti, che palesa l'intenzione di cessare la carriera in politica, ad ottenere consulenze in Tribunale. «Io e te dobbiamo fare un patto tra gentiluomini» afferma Angelini e prospetta l'arrivo di milioni di euro da gestire, il progetto per una fungaia ad Artena per cui avrebbe potuto ricoprire il ruolo di direttore dei lavori. Seguono altri incontri, la convocazione del consigliere da parte di una azienda romana di costruzioni. E l'accordo, per gli inquirenti si è concretizzato.