«Ho una montagna di carte, fatture e contratti di affitto che provano la verità. Da quello che sto leggendo con le prime dichiarazioni di mio fratello posso già dire che sta esagerando, le date che cita non coincidono e ne ho le prove». A parlare a ruota libera è Marco Zuppardo, fratello del nuovo collaboratore di giustizia Maurizio dal quale si è già dissociato. È critico nei confronti di Maurizio perché secondo lui non sarebbe un profondo conoscitore delle dinamiche criminali come lo ritengono i magistrati dell'Antimafia.

«Le date e le circostanze che sto leggendo non sono reali - ribadisce Marco Zuppardo - Lui non lavorava con me, ogni tanto mi chiedeva aiuto, ma mi ha solo creato tanti problemi, come quando vendeva le mie auto a mia insaputa e truffava la gente. Sto ancora pagando per i miei errori e per i suoi, ma ora leggo che sta mettendo in mezzo gente che lavorava e ancora oggi lavora onestamente come Francesco Ciarelli che ha trovato occupazione in un'azienda. Come da tempo sto lavorando anche io che ho cercato di cambiare vita già da un pezzo. Sbaglia persino quando parla della mia officina, era già intestata a me nei fatti di cui parla riferiti ad altre persone».

Assistito dall'avvocato Cesare Cesarano, si dice pronto a difendersi in ogni sede Marco Zuppardo: «Ho letto persino che diceva di frequentare la famiglia di Romolo Di Silvio, ma non è vero. La verità è che tutti lo tenevano a distanza da anni perché in città girava da tempo la voce che fosse un informatore di polizia e carabinieri. Mio fratello ha dei problemi con la droga e ha bisogno di curarsi».