L'inchiesta sulla morte di Gianmarco Pozzi è lontana dalla soluzione, ma emergono nuovi dettagli. Dopo i risultati della perizia del medico legale che ha eseguito l'esame esterno della vittima, arrivano delle anticipazioni sulla perizia eseguita dai periti nominati dalla famiglia della vittima, che fanno emergere tutta un'altra verità. I periti hanno analizzato il cadavere del 28enne, attraverso le foto eseguite in sede di esame autoptico, e dovranno bastare in quanto il ragazzo è stato cremato. Secondo i medici di parte, Gianmarco presenta segni di colpi su tutto il corpo, in particolare: rottura delle costole a destra e sinistra, delle gambe e delle braccia. Colpi, che secondo i periti e l'avvocato difensore della famiglia. Fabrizio Gallo, sono compatibili con una posizione di difesa che il giovane aveva assunto perché aggredito. Inoltre, tali lesioni parrebbero compatibili con quelle di una caduta da oltre quindici metri e non sette. Il ragazzo è stato trovato sotto un dirupo dell'altezza di 7 metri.
Secondo l'avvocato Gallo, la vittima è stata portata nel luogo del ritrovamento. Qui ci sarebbe stata portata dai suoi aggressori. Il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Beatrice Siravo, sin da subito ha visto ipotizzare come reato, l'omicidio. I carabinieri della compagnia di Formia e della stazione di Ponza intervenuti nell'immediato, dopo avere acquisito i primi elementi, hanno proteso invece per una caduta accidentale. L'autopsia eseguita dal medico legale, la dottoressa Daniela Lucidi, sulla salma del 28enne - originario di Roma e residente a Frascati e che era sull'isola lunata per svolgere il lavoro di servizio di sicurezza per una società di animazione e Dj - ha confermato l'assenza di ferite o lesioni sul corpo dovute a colluttazione. Unica ferita alla base del cranio, quella che ha provocato la rottura del rachide cervicale con conseguente morte. Una ferita compatibile con la caduta. Non ci sono nemmeno segni di trascinamento del cadavere, elemento che potrebbe fare ipotizzare la morte del giovane in altro luogo rispetto al ritrovamento. Subito dopo la tragedia e, ancora oggi a distanza di quasi quattro mesi, i familiari di Gianmarco Pozzi sono convinti che il loro congiunto sia stato vittima di un brutale agguato. Da capire il perchè o che cosa lo abbia portato quella domenica mattina del 9 agosto, in un dirupo sottostante il giardino di un'abitazione di Ponza, in una zona piuttosto impervia tra le località Giancos e Santa Maria, a poche decine di metri di distanza dal monolocale che il ragazzo aveva preso in affitto.