Non siamo più nel perimetro del Parco del Circeo dove di cinghiali che attraversano la strada, specialmente di notte, se ne vedono fin troppi; o nei pressi dei cassonetti stracolmi di rifiuti in qualche periferia romana dove non è stato poi così tanto improbabile l'incontro ravvicinato con il mammifero. Che però, a sua volta, è preda ideale per branchi di lupi.

Dalla Cassia alla Laurentina al litorale romano, fino ad Anzio, dai cinghiali si è passati ai lupi. Una mappatura particolare, ripercorsa nei giorni scorsi anche sulle pagine del Corriere della Sera e che, tra l'altro, purtroppo vedono tra gli sfortunati protagonisti anche un allevatore di Anzio, del Lido dei Pini, che si è ritrovato con 60 pecore sbranate. Vuoi per la ricerca del cibo per gli squilibri apportati all'ecosistema, l'incubo dei lupi si sposta nella fascia nord della capitale tra la Salaria e la Cassia, percorrendo anche i Castelli e giungendo sul litorale romano. Qualcuno dice di averli visti in branco, ce ne sarebbe più di qualcuno nella periferia della capitale. A voler considerare le segnalazioni di pastori, il fenomeno non è poi da sottovalutare.

Tanto che le conferme di un probabile avvicinamento arrivano anche dall'Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana. Una situazione già nota perfino allo stesso Campidoglio che in passato aveva pensato anche ad un tavolo di confronto scientifico. Poi naturalmente rimasto lettera morta, come nel caso del problematico sovraffollamento dei cinghiali. Mentre per i daini, lo scorso anno, il Parco del Circeo aveva pensato ad un abbattimento programmato. Ma nulla a che vedere con lupi affamati che fanno certamente più paura.